Con una decisione che ha scosso il mondo della sanità pubblica, l’amministrazione Trump ha annunciato il licenziamento della direttrice del CDC, Susan Monarez, dopo appena due mesi di mandato. La mossa, sostenuta dal segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., segna un cambio di rotta deciso nella gestione dell’agenzia federale per il controllo delle malattie, da tempo accusata di opacità e resistenze interne. Fonti vicine al Dipartimento della Salute parlano di un clima teso all’interno del CDC, dove Monarez avrebbe ostacolato alcune riforme chiave volute da Kennedy Jr., tra cui la rimozione di dirigenti legati a vecchie linee guida vaccinali e la pubblicazione di nuovi studi sull’impatto delle immunizzazioni. Secondo indiscrezioni, Monarez si sarebbe rifiutata di licenziare tre funzionari non allineati con la nuova visione, innescando la sua rimozione. Kennedy Jr. ha dichiarato che “la salute pubblica deve tornare a essere guidata da trasparenza, responsabilità e dati non manipolati”. Da quando ha assunto l’incarico, ha avviato una revisione profonda dei comitati scientifici, cancellando oltre 400 milioni di dollari destinati allo sviluppo di vaccini a mRNA. Per i sostenitori di Kennedy Jr., il licenziamento di Monarez è un atto di coraggio politico: un segnale che l’era delle decisioni calate dall’alto e delle verità incontestabili è finita. “Non si tratta di negare la scienza, ma di aprirla al dibattito”, ha dichiarato Stefanie Spear, collaboratrice di Kennedy Jr., sottolineando la necessità di ascoltare i cittadini, non solo le lobby”. Per molti osservatori, il vero nodo è la ridefinizione del ruolo del CDC: da ente tecnico a organismo responsabile verso il pubblico. In questo senso, Kennedy Jr. sta tracciando una nuova rotta, più vicina alle istanze di trasparenza e autodeterminazione sanitaria. La scelta di Trump e Kennedy Jr. potrebbe rappresentare un punto di svolta. Non per indebolire la sanità pubblica, ma per renderla finalmente responsabile e aperta.
