La Silicon Valley torna a far sentire la propria voce, stavolta non con un nuovo algoritmo, ma con una massiccia iniezione di fondi nella politica americana. Un gruppo di colossi tecnologici, tra cui Andreessen Horowitz e il presidente di OpenAI Greg Brockman, ha annunciato la creazione di una rete di Super PAC denominata Leading the Future, con un budget iniziale di oltre 200 milioni di dollari. L’obiettivo? Influenzare le elezioni di metà mandato del 2026 e contrastare le proposte di regolamentazione stringente sull’intelligenza artificiale. Il timore, secondo i promotori, è che un mosaico di leggi statali possa rallentare l’innovazione e compromettere la leadership degli Stati Uniti nella corsa globale all’IA. La strategia ricalca quella già adottata dal mondo crypto con il Super PAC Fairshake, che ha avuto un ruolo decisivo nel successo elettorale di Donald Trump. Anche Leading the Future punta su campagne digitali mirate e donazioni strategiche per sostenere candidati favorevoli a politiche pro-innovazione. “Non è solo una questione tecnologica,” hanno dichiarato i consulenti politici Zac Moffatt e Josh Vlasto, alla guida del progetto. “È una battaglia per la crescita economica, la sicurezza nazionale e il primato globale”. La mossa ha già sollevato critiche da parte di esperti e attivisti, preoccupati per l’influenza crescente delle Big Tech sulle istituzioni democratiche. Ma per i fautori dell’iniziativa, l’IA è troppo importante per essere frenata da regolamenti frammentari. Con Leading the Future, la Silicon Valley non si limita più a plasmare il futuro digitale: ora vuole decidere anche chi lo governerà.
