La Uil Fpl alza la voce contro le nuove regole previdenziali che rischiano di colpire migliaia di lavoratori del pubblico impiego. A denunciarlo è la segretaria generale del sindacato, Rita Longobardi, che esprime “netta contrarietà” a un intervento considerato fortemente penalizzante per i dipendenti degli enti locali, della sanità, della scuola e della giustizia. Secondo quanto chiarito dall’Inps, a partire dal 2025 i lavoratori iscritti alle casse Cpdel, Cps, Cpi e Cpug che sceglieranno la pensione anticipata tra i 65 e i 67 anni non potranno più usufruire della deroga sull’applicazione delle nuove aliquote di rendimento introdotte dalla legge di Bilancio 2024.
In termini concreti, spiega Longobardi, ciò comporterà un ulteriore taglio degli assegni pensionistici, soprattutto per quei dipendenti con un’anzianità contributiva più ridotta. “Una misura ingiusta e discriminatoria – sottolinea – perché colpisce chi ogni giorno garantisce servizi essenziali al Paese e, al momento di lasciare il lavoro, si vede riconosciuta una pensione ancora più bassa”.
L’attesa
La Uil Fpl ricorda inoltre che, nonostante una sentenza della Corte Costituzionale abbia dichiarato illegittimo il differimento del Tfr/Tfs, i dipendenti pubblici continuano ad attendere dai due ai sette anni per percepire il proprio salario differito. “È inaccettabile continuare a scaricare i costi delle riforme sulle loro spalle”, denuncia il sindacato.
Per questo, Longobardi chiede al Governo un confronto immediato al fine di rivedere la norma e tutelare “la dignità e i diritti previdenziali di chi serve lo Stato e i cittadini con professionalità e dedizione”.