Secondo l’Istat nei primi cinque mesi del 2025 sono state registrate 137.450 nascite rispetto allo scorso periodo del 2024 quando erano state 149.530, un calo del 7,9%. Secondo proiezioni statistiche l’anno potrebbe chiudersi attorno ai 340mila nati. E’ un dato molto preoccupante. “Il calo è ancora più accentuato degli anni precedenti, e anche se i dati sono provvisori già ora si può prevedere che si va verso l’abbattimento della soglia delle 350mila nascite”, ha dichiarato il professore Gian Carlo Blangiardo, già presidente dell’Istat.
Già nel 2024, l’Italia aveva registrato un minimo storico (circa 370.000) con una diminuzione del 2,6% rispetto al 2023. Dal 2023 ogni anno praticamente viene toccato un minimo storico, nel 1995 erano nati 525.064 bambini, che rappresentava il minimo storico da 50 anni.
Secondo le previsioni dell’Istat ci saranno tra il 2024 e il 2080 20,5 milioni di nascite, 43,7 milioni di decessi, 18,0 milioni di immigrazioni, 8,2 milioni di emigrazioni, con una crescita della fecondità da 1,18 figli per donna nel 2024 a 1,46 nel 2080.
La popolazione residente, che oggi è di circa 59 milioni, è prevista in diminuzione a 54,7 milioni entro il 2050.
“La diagnosi è chiara da molto tempo, – continua Blangiardo – la terapia è il vero problema. A livello di Stato qualche segnale di attenzione c’è ma evidentemente non basta. Serve un coinvolgimento profondo a livello territoriale, del privato sociale, io ho avviato da sindaco il rimborso delle scuole materne. E’ un inizio”… “Ritengo sarebbe ragionevole pensare che chi non ha più figli da mantenere possa dare di più di chi è in fase di genitorialità iniziale”.
Ma anche questo non basta, – aggiungo io -, per affrontare un problema cosi importante e complesso, che si trascina ormai da decenni. Anche perché, come ha affermato il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, ”L’invecchiamento della popolazione e la bassa natalità sono destinati a incidere profondamente sul potenziale di crescita dell’economia italiana”.