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Sistema per proteggere i ghiacciai dal calore

Quando necessità aguzza l’ingegno

Il ghiacciaio della Marmolada al riparo dai raggi solari con un mantello bianco
lunedì, 4 Agosto 2025
2 minuti di lettura

Già i nostri antenati, per ridurre l’attrazione dei raggi solari, osavano pitturare le costruzioni di bianco, con calce viva, tradizioni ancora mantenute e molto evidenti in località maggiormente esposte al sole, come nella Valle d’Idria, territorio della Puglia.

I teli di polimeri salvaghiaccio

È da oltre un decennio, sembra dal 2012 che, durante la stagione estiva da aprile e settembre, la Marmolada abbia il privilegio di avere un doppio mantello bianco, quello naturale di ghiaccio e neve e quello artificiale confezionato in sartorie specializzate. Il mantello è realizzato, infatti, con polimeri, cioè con materiale plastico, di colore bianco, il cui fine sembra quello di ridurre la fusione di ghiaccio e neve nel riflettere la luce solare. Sono teli, con dimensioni cadauno 5X70 metri, fissati sul ghiaccio con funi metalliche.

Gli effetti del cambiamento climatico

Gli studi affermano che nel 1882 il ghiacciaio della Marmolada si estendeva per ben 5 milioni di metri quadrati; che ai rilevamenti nel 2019 ne risultavano mancanti ben 700 mila metri quadrati; mentre si prevede che già al 2040 ne esisterebbero parti molto piccole e, addirittura, entro il 2050 scomparirebbe del tutto.

Vantaggi e svantaggi del telo – ovvero costi-benefici

Il telo di polimeri di colore bianco, come da studi, sarebbe destinato a proteggere il ghiacciaio dai diretti raggi del sole, rallentandone il processo di fusione naturale anche del 50/70%.

Finora i teli avrebbero consentito di preservare una quantità considerata “insignificante” di ghiaccio rispetto a quello che si perde ogni anno a causa dell’aumento delle temperature globali.

Anche i costi sarebbero sproporzionati rispetto ai benefici in considerazione, soprattutto, delle difficoltà per installarli su tante superficie glaciali. Attualmente, presso la Marmolada, sarebbero installati solamente in zone dove passano piste da sci, difficili da coprire con la neve artificiale per la quota in cui si trovano.

In Italia i teli sono stati usati per prima volta nel 2008 sul ghiacciaio Presena, in Trentino, mentre già negli anni 2000 il sistema di protezione era attuato in Svizzera a copertura del ghiacciaio del Rodano, nel Canton Vallese per preservare l’accesso a una grotta artificiale di ghiaccio per il richiamo di turisti.

Diatribe tra i media e società gestrici di impianti sciistici

Nel 2022 ben 44 scienziate e scienziati italiani, svizzeri e francesi, esperti in studi di glaciologia e cambiamenti climatici, avrebbero firmato una lettera aperta spiegando in essa esattamente le funzioni dei teli, in riferimento anche al rispettoso impiego di finanziamenti elargiti, benché i teli non sarebbero privi di impatto ambientale, per varie ragioni: “La prima è che produrre i teli e installarne periodicamente di nuovi comporta emissioni di gas serra, che sono la causa del cambiamento climatico.

Chiaramente si tratta di una quantità irrisoria rispetto al totale delle emissioni globali che stanno provocando l’aumento delle temperature medie della Terra, ma visto che i ghiacciai si stanno riducendo proprio per questo, proporre i teli come soluzione è quantomeno contraddittorio.

Un altro problema è che, usurandosi, i teli diffondo nel ghiaccio grandi quantità di fibre plastiche: non si conoscono ancora gli effetti di questa forma di inquinamento, ma di certo contribuisce alla dispersione di microplastiche in alta montagna. Infine i teli hanno un impatto sulla vita dei piccoli organismi che vivono nei ghiacciai, per esempio quelli che fanno la fotosintesi: se vengono coperti dalla luce del sole non posso farla.”

Gli esperti affermano, comunque, “che sia normale che durante l’estate pezzi dei ghiacciai si stacchino e crollino: Il ghiaccio che sta a diretto contatto con le rocce delle montagne fonde e fa da lubrificante per le masse di ghiaccio sovrastanti, favorendone il movimento. I Ghiacciai, infatti, sono paragonabili a immensi fiumi ghiacciati, che scendono molto lentamente verso valle. Tutto ciò è facilitato dalla mancanza di strati di neve recente che altrimenti avrebbero contribuito a proteggere il ghiacciaio dalle alte temperature.”

In Trentino, comunque, l’uso dei teli protettivi sembra rallentare la fusione del ghiacciaio della Marmolada, mentre per alcune Regioni italiane, in ogni stagione estiva, si (ri)presentano le gravi problematiche riguardanti gli incendi di boschi e di attività agricole, con danni inestimabili sugli ecosistemi e per le tasche dei contribuenti.

Ci si augura che anche presso le istituzioni regionali si aguzzi pure l’ingegno per prevenire gli incendi, quasi sempre, di natura dolosa.

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