In estate le città si infuocano. 25 soluzioni per salvare noi e i nostri animali

Sono numerose le soluzioni che potrebbero mitigare gli effetti del surriscaldamento che provoca isole di calore urbane, quasi tutte basate sul ripristino del verde pubblico e il recupero e la gestione delle acque. Ma comportano un impegno oneroso per le amministrazioni comunali. Viceversa, i rischi per la salute pubblica aumentano sempre di più
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Anche l’estate 2025 si sta rivelando eccezionalmente calda, con valori da record rispetto alle rilevazioni storiche. E diventa sempre più urgente attuare soluzioni di adattamento ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento del Pianeta, soprattutto in difesa delle città, che possono nascondere Isole di calore urbano, con temperature significativamente superiori rispetto alle zone rurali circostanti, con chiari riflessi sulla vivibilità e sulla salute dei cittadini.

Le cause sono prevalentemente antropiche, legate per lo più ai materiali scuri e ad alta capacità termica utilizzati nell’edilizia e nella viabilità, come asfalto e cemento, che assorbono rapidamente le radiazioni solari per poi rilasciare calore anche dopo il tramonto; alla scarsa presenza di aree verdi e piante, che riduce l’evapotraspirazione e la capacità di raffreddamento naturale; al traffico automobilistico e alle abitazioni che producono calore residuo.

Un discorso che investe pienamente le città italiane, come dimostrano gli “arcipelaghi di calore” nelle aree urbane rilevati dallo studio del CNR IBE, in collaborazione con ISPRA, che ha misurato le isole di calore superficiali (SUHI) nei venti capoluoghi di regione italiani mediante dati satellitari (NASA, Copernicus) nel periodo estate 2013–2023. In particolare, Padova, Bari, Lecce e Roma sono state oggetto di studi scientifici per misurarne l’intensità e cominciare a testare modalità di mitigazione.

Arredi verdi a Budapest
Arredi verdi a Budapest

L’alterazione del bilancio energetico delle città va assolutamente affrontato con le soluzioni che sono state individuate dai ricercatori. Il centro di ricerca Enea ne ha individuate 25, tutte orientate all’accrescimento del verde urbano e a sistemi di raccolta e riutilizzo delle acque piovane per l’irrigazione, in un’ottica di economia circolare: Alberature stradali, Foreste e Microforeste urbane, Parchi tascabili, Parcheggi verdi, Verde su binari del tram, margini stradali e corridoi di traffico, Pensiline verdi su fermate di autobus e tram, Parchi urbani di medie e grandi dimensioni, Aiuole alberate per la gestione delle acque e il raffrescamento, Arredi urbani verdi, Pergolati vegetati, Orti comunitari, Giardini o orti urbani mobili, Piastrelle vegetate per superfici orizzontali o verticali, Salotti verdi mobili per spazi pubblici, Tetti verdi, Pareti verdi, Facciate verdi, Giardini in facciata, Giardini della pioggia, Canali drenanti vegetati, Barriere verdi, Bacini di ritenzione, Bacini di infiltrazione, Cinture verdi.

Parco tascabile a Budapest
Parco tascabile a Budapest

Queste soluzioni – spiega Elisabetta Salvatori, responsabile della Sezione ENEA di Soluzioni integrate e nature-based per la rigenerazione urbana – non solo abbassano la temperatura, ma migliorano il benessere fisico e mentale delle persone, aumentano la biodiversità e favoriscono la resilienza urbana. L’isola di calore è direttamente responsabile della riduzione del benessere delle persone durante il periodo estivo e può esacerbare le conseguenze delle ondate di calore, sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico in atto, determinando un aumento di mortalità e morbilità soprattutto nelle fasce di popolazione più a rischio, quali anziani o malati cronici”.

Parco tascabile al Campidoglio-Roma
Parco tascabile al Campidoglio-Roma

Tra le varie soluzioni le foreste urbane, i viali alberati, i parchi e i giardini, i tetti e le pareti verdi, che migliorano la qualità dell’aria, la biodiversità e il benessere psico-fisico sono di difficile realizzazione, soprattutto in città complesse come Roma, mentre sono più facilmente applicabili gli interventi flessibili e multifunzionali, tra cui: pensiline verdi in prossimità delle fermate di bus e tram, in grado di raffrescare l’aria grazie all’ombreggiamento e all’evapotraspirazione della componente vegetale e più efficienti nel migliorare il microclima rispetto alle normali pensiline; arredi urbani vegetati, pavimentazioni permeabili e tramvie verdi, grazie alle quali è possibile trasformare lo spazio tra i binari in veri e propri corridoi ecologici che favoriscono l’infiltrazione delle acque piovane nel terreno e la crescita della vegetazione; parchi ‘tascabili’ e microforeste, che ricreano angoli di natura anche su piccole superfici marginali, rappresentando ‘isole fresche’ dove cittadini e turisti possono trovare sollievo dalla calura estiva.

Pensilina verde a Budapest
Pensilina verde a Budapest

Una legge che impone agli Stati membri della UE di prevenire la perdita netta di spazi verdi urbani incrementandoli fino a garantire almeno il 10% di copertura arborea in ogni città entro il 2030 già esiste, la Legge per il Ripristino della Natura, ora manca solo la volontà politica di applicarla nel nome della nostra salvaguardia e di quella di piante e animali che ancora animano le nostre città. Gli studi più recenti prevedono che, se il riscaldamento globale proseguirà senza contromisure efficaci, entro la fine del secolo le morti per caldo in Italia potrebbero crescere fino a circa 28.000 l’anno, in Europa sono già circa 47.690.

Cristina Calzecchi Onesti

Giornalista ed esperta di comunicazione aziendale. Dopo esperienze in tutta la comunicazione, dagli uffici stampa alle Relazioni esterne, ai Rapporti istituzionali, per quasi dieci è stata assistente parlamentare, portavoce e spin doctor alla Camera e al Senato. Da sempre si occupa di politica, sociale, diritti civili e ambiente.

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