“Non soddisfacente”. L’accordo sui dazi con gli Stati Uniti genera dubbi e timori, e sono quelli espressi dalla Confederazione nazionale degli artigiani che rimarca l’impatto negativo sui settori produttivi italiani. “Un livello dei dazi al 15% provocherà effetti comunque molto pesanti sull’export italiano che vanno a sommarsi all’apprezzamento degli ultimi mesi dell’euro sul dollaro di quasi il 15%”, evidenzia la Cna giudicando non soddisfacente l’intesa raggiunta tra l’amministrazione degli Stati Uniti e la Commissione Europea.
Piccole imprese le più colpite
“L’Italia è uno dei principali esportatori negli Stati Uniti e quindi qualsiasi innalzamento dei dazi avrebbe riflessi molto negativi, in particolare sul sistema delle piccole imprese”, fa presente la Confederazione. “Ai 67 miliardi di euro di vendite dirette, occorre sommare circa 40 miliardi di flussi indiretti che in larga parte sono beni intermedi nei settori della meccanica e della moda dove è prevalente la presenza delle piccole imprese”.
Imprese, servono sostegni
A conti fatti per la Cna il calcolo si raddoppia con un effetto critico sulle imprese. Un modo per arginare l’impatto sono gli aiuti nazionali. “Si scrive 15 ma si legge 30%”, calcola il Presidente della CNA, Dario Costantini, “ed è una tassa ingiusta e sproporzionata che penalizza il Made in Italy ma avrà riflessi negativi anche sull’economia americana. Sono necessari sostegni e compensazioni e ci attendiamo a breve la riattivazione del tavolo sull’export a Palazzo Chigi per un confronto su strumenti e criteri per mettere a disposizione del sistema delle imprese i 25 miliardi assicurati dal governo”.