Una nuova tragedia scuote gli Stati Uniti: lunedì sera, nel cuore di Manhattan, un ex giocatore canadese di football ha aperto il fuoco all’interno di un grattacielo al 345 di Park Avenue, provocando la morte di quattro persone prima di suicidarsi. Il killer, identificato come Shane Tamura, 27 anni, originario di Las Vegas, è entrato nell’edificio armato di un fucile d’assalto AR-15 modificato. Tra le vittime, un agente del NYPD di 36 anni, una guardia di sicurezza, una donna e un impiegato della società Rudin Management, situata al 33° piano, dove l’uomo ha concluso la sua folle corsa. Secondo le autorità, Tamura aveva una storia documentata di disturbi mentali e viaggiava da giorni attraverso vari Stati, tra cui Colorado e Iowa, prima di giungere a New York. Il suo veicolo, immatricolato in Nevada, conteneva armi, munizioni e psicofarmaci. Il sindaco Eric Adams, visibilmente scosso, ha definito l’accaduto “un atto insensato di violenza” e ha sottolineato la necessità di riforme urgenti sul controllo delle armi e sull’assistenza psichiatrica. “Sapevamo che aveva bisogno di aiuto, ma il sistema ha fallito,” ha dichiarato.Il grattacielo, sede di importanti società come Blackstone, Deutsche Bank e la National Football League, è stato evacuato e messo in lockdown per ore. Le immagini di sorveglianza mostrano Tamura entrare con calma, armato e vestito con giacca blu e occhiali scuri, prima di salire in ascensore e compiere la strage. La città, ancora una volta, si ritrova a fare i conti con la violenza armata e con le lacune di un sistema che non riesce a intercettare il disagio prima che si trasformi in tragedia. Le indagini proseguono, ma il movente resta ancora oscuro.