Un semplice elettrocardiogramma (ECG) potrebbe presto diventare uno strumento diagnostico rivoluzionario grazie a EchoNext, un sistema basato sull’intelligenza artificiale sviluppato dalla Columbia University e dal NewYork-Presbyterian. Questo algoritmo è in grado di rilevare cardiopatie strutturali nascoste che spesso sfuggono anche agli specialisti, trasformando ogni ECG in un potenziale salvavita. Tradizionalmente, per diagnosticare queste patologie è necessario ricorrere a esami più complessi e costosi, come l’ecocardiogramma o la risonanza magnetica cardiaca. EchoNext, invece, sfrutta una rete neurale addestrata su oltre 1,2 milioni di coppie ECG-ecocardiogramma provenienti da 230.000 pazienti, riuscendo a individuare segnali impercettibili all’occhio umano. In uno studio pubblicato su Nature, il sistema ha dimostrato una precisione del 77%, superando quella dei cardiologi, ferma al 64%. Durante una sperimentazione su 85.000 pazienti privi di precedenti ecocardiogrammi, EchoNext ha identificato circa il 9% come ad alto rischio. I controlli successivi hanno confermato la diagnosi in tre quarti dei casi, evidenziando l’efficacia dello strumento nel mondo reale. Secondo Pierre Elias, direttore medico per l’IA al NewYork-Presbyterian, “EchoNext utilizza fondamentalmente il test più economico per capire chi ha bisogno dell’ecografia più costosa”. Lo strumento potrebbe essere integrato nei sistemi sanitari di base, soprattutto in aree con risorse limitate, dove l’ECG è l’unico strumento disponibile. In questo contesto, l’IA diventa un alleato prezioso per anticipare interventi, ridurre i rischi e salvare vite. Attualmente sono in corso studi clinici in otto pronto soccorso per testare l’integrazione di EchoNext nella routine ospedaliera. I ricercatori hanno anche reso disponibile il set di dati de-identificato per favorire lo sviluppo di strumenti simili in altri contesti sanitari. In definitiva, EchoNext non sostituisce il medico, ma ne potenzia le capacità.