La (ri)scoperta della rigenerazione urbana
In quasi tutti i Comuni d’Italia si è acceso uno spasmodico desiderio di investire nella tutela del Pianeta in modo evidente con la piantumazione di alberature di ogni tipo e grandezze, in ogni dove e a scacchiera, persino sui marciapiedi, perché esse possano compensare i guasti che l’uomo stesso gli procura quasi sempre per fini egoistici, ovvero di utilità sociale, spesso solamente apparente in virtù dell’intendo speculativo che vi sottende.
Il tacito “do ut des”
Le piante sono fondamentali per la vita sulla Terra per le loro molteplici funzioni tra le quali le più evidenti sono la produzione dell’ossigeno e quella alimentare per l’uomo e per tutti gli altri esseri viventi nei diversi ecosistemi. In montagna le funzioni sono fondamentalmente di sostegno del suolo, prevenendo fenomeni di erosione e di protezione degli ecosistemi. Altrove svolgono, altresì, un ruolo importante per la mitigazione delle temperature. Non trascurabile è la produzione di legname e derivati, cellulosa compresa.
Educare la prossima generazione al rispetto della natura – tutelare il paesaggio
Parlare della importanza delle piante ai piccoli, sin dai primi apprendimenti in famiglia e nelle scuole, per diventarne in seguito, compagni di vita e utilizzatori dei loro prodotti e derivati. L’articolo 9 della Costituzione dispone, infatti, che: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio, il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.”
Il turismo di massa non paga e il “troppo stroppia”
L’Everest è presa d’assalto dagli escursionisti; la Svizzera vuole ricorrere ad un pedaggio stagionale per l’ingorgo eccessivo a causa dei veicoli in transito; le Cinque Terre lamentano da tempo l’eccessivo afflusso di un turismo anti-economico prevedendo di regolamentarne l’afflusso, anche con un ticket, come nei musei e nelle Città d’arte. Mentre Cortina d’Ampezzo deve fare i conti anche con la statale SS. 51 Alemagna.
Ne sono messi a dura prova persino i giochi olimpici del prossimo febbraio 2026 per le sistematiche precipitazioni; il sindaco di San Vito di Cadore, comunque, si augura un intervento strutturale duraturo perché “il disagio dei residenti e dei lavoratori pendolari ha raggiunto livelli di pura esasperazione.”
Le interruzioni temporanee della strada SS 51 Alemagna- Cortina, hanno messo in luce numerose problematiche tra le quali le ripercussioni sugli abitanti, sul turismo (escursionisti e lavoratori). Voce autorevole, di recente, ha affermato, tra l’altro, che “….la montagna si dimostra sempre più un territorio fragile, che i cambiamenti climatici hanno dato un’accelerazione ai fenomeni estremi come temporali violenti, alte temperature, frane e inondazioni. La verità è che dobbiamo porre fine allo sfruttamento e al consumo di suolo, alla costruzione di nuovi impianti, strade e cementificazioni varie per cominciare ad investire seriamente nella cura e tutela del territorio”.
La frana di San Vito, infatti, la prima volta sulla SS.51 Alemagna, ha tenuto isolata Cortina per ben tre giorni, con colata impressionante di detriti alta 4 metri.
A seguito delle piogge e delle conseguenti colate di detriti (roccia e fango) nel giugno scorso (coinvolgendo Cancia, Croda Marcora a San Vito di Cadore) la frana aveva sollevato, addirittura, una grande quantità di polvere bianca, simile al borotalco invadendo il centro abitato entrando persino nel buco delle serrature delle abitazioni.
Si ebbe ad affermare che “….a mettere in moto i volumi di terra e roccia sarebbero stati non solo gli elementi meteorologici avversi delle ultime ore, ma anche infiltrazioni d’acqua presenti a monte, che ora si intende cercare di far deviare attraverso canalizzazioni artificiali.”
Il Lazio coi Monti Lepini e Ausoni
Tutti i piani di difesa idrogeologica e anche l’utilizzo delle risorse idriche del bacino Monti Lepini e Ausoni, ben 30 progetti, sono la preoccupazione degli esperti e degli abitanti, per il loro denominatore comune: “Evitare che il turismo si trasformi in un fenomeno di degrado e perdita di identità”. La Green Community dei Monti Lepini e Ausoni prevede un progetto integrato tra ben 12 Comuni che compongono l’omonima comunità montana per rispondere alla nuove sfide.
La Caput Mundi, Città eterna tra cantieri in pieno Giubileo
Non mancano interventi sul territorio alberato, anche per motivi voluttuari, cioè non di primaria necessità, con strategie ai limiti del buon senso e delle norme, aggirando ostacoli e attuando stratagemmi di ogni tipo. Alberature piantate ovunque per attutire fonti di calore derivanti dall’asfalto, dai condizionatori d’aria degli edifici, dai fornelli dei ristoranti e dagli scarichi degli autoveicoli.
Proprio nel quartiere di Pietralata, a ridosso del fiume Aniene, affluente del Tevere, c’è un Bosco da definire fantasma da sacrificare per il probabile stadio della AS Roma calcio, nonostante le varie controversie legali e ostacoli burocratici. Verrebbe sostituito con molto verde attrezzato fruibile da grandi e piccoli, atleti e non, col metodo della compensazione, della riqualificazione, rigenerazione urbana. Mentre altrove si investe anche sul verde verticale sugli edifici con molto spazio alla tecnologia e, sicuramente, molto meno alle leggi della natura.