Sono 26.500 gli operatori sanitari positivi al Covid-19, 163 i medici deceduti, 40 gli infermieri, 10 i farmacisti. Cifre che dimostrano come anche in sanità “il tema della sicurezza sia fondamentale e abbia due risvolti: protezione nei confronti degli operatori sanitari, che rappresenta l’espressione di un diritto costituzionalmente garantito, ma anche la garanzia per i cittadini di avere cure sicure in ambienti sicuri”. Così Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO, Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli odontoiatri. “Ovviamente i medici, come tutti gli altri operatori sanitari – spiega Anelli all’Italpress -, sono stati più esposti in questo momento alle infezioni da Covid. Lo dimostrano anche i dati pubblicati dall’Inail circa il numero esorbitante di denunce di infortunio soprattutto negli ospedali e servizio sanitario nazionale.
Si aggiunge anche una conseguenza abbastanza drammatica che è il numero dei morti in ambito sanitario. L’Iss ha censito oltre 26.500 operatori sanitari Covid-positivi. Siamo a 163 medici deceduti, 40 infermieri, 10 farmacisti. Il numero esorbitante delle denunce di infortunio sul lavoro – aggiunge -, così come il numero di contagiati e morti significa che l’obiettivo non l’abbiamo sicuramente raggiunto, anzi forse il tema della sicurezza lo abbiamo sottovalutato”. Anche durante la pandemia le aggressioni a medici e altri operatori sanitari non si sono fermate. Questa settimana alla Camera è stato approvato un disegno di legge proprio per contrastare il fenomeno. “Avevamo spinto molto in termini di comunicazione – afferma Anelli – con la messa in onda di un docufilm sulle problematiche che i medici affrontano sul tema della sicurezza. Accogliamo con grande soddisfazione che il provvedimento sia passato sostanzialmente all’unanimità e ora ci aspettiamo una rapida calendarizzazione al Senato per l’approvazione definitiva, in modo tale che si trasformi prestissimo in legge”.
Come valuta le misure contenute nel Decreto Rilancio? “Il lavoro fatto dal ministro Speranza e il suo impegno – precisa il presidente Fnomceo – sono stati premiati. Ci sono 3 miliardi 200 milioni che vengono investiti sulla sanità. Non vedevamo cifre di questo genere da decenni: veniamo da un periodo di grandi tagli. Questo investimento si concretizza prevalentemente nell’aumento dei posti letto in terapie acute e subacute della rianimazione. Poi c’è un impegno considerevole sul territorio con il finanziamento di circa 9 mila e 200 infermieri che verranno inseriti nell’assistenza territoriale e speriamo vadano a rafforzare i team di assistenza primaria con i medici di famiglia per dare maggiore supporto proprio all’assistenza domiciliare. Il personale infermieristico – prosegue – servirà a rafforzare le unità speciali di continuità assistenziale. Sono state finanziate 4.200 borse di specializzazione, investimento notevolissimo. Non risolvono purtroppo l’imbuto formativo, che potrebbe essere risolto solo se ad ogni laureato corrispondesse la garanzia di un percorso post-laurea. Mancano le borse per la medicina generale e poi quello che manca nel decreto rilancio è il tema del sostegno alle professioni in quanto tali. E’ il neo che speriamo che in fase di riconversione possa essere colmato, accogliendo le indicazioni di tutti i professionisti”. (Italpress)