martedì, 22 Luglio, 2025
Attualità

Sfregiata la lapide di Matteotti, sdegno bipartisan: “Un’offesa alla storia democratica”

Condanna unanime per l’atto vandalico sul Lungotevere. Tajani e La Russa condannano l’attacco. Il Pd: “Atto gravisssimo”

Un gesto vile e politicamente stupido ha colpito ieri il cuore della memoria democratica italiana. È stata danneggiata la lapide in marmo posta davanti al monumento dedicato a Giacomo Matteotti, sul Lungotevere Arnaldo da Brescia a Roma, lo stesso luogo dove, il 10 giugno 1924, il deputato socialista venne rapito da una squadra fascista. Due mesi dopo, il suo corpo sarebbe stato ritrovato senza vita. Un omicidio politico che segnò una frattura profonda nella storia del Paese. A intervenire sul posto, i carabinieri della stazione di Roma Flaminia, che hanno effettuato i rilievi tecnico-scientifici. Le indagini sono tuttora in corso, mentre da ogni fronte politico sono piovute condanne nette e accorate per quello che è stato definito “un oltraggio alla Repubblica”.

Giacomo Matteotti è uno dei nomi-simbolo della resistenza morale al regime fascista. Il 30 maggio 1924, pochi giorni prima del suo rapimento, aveva preso la parola alla Camera per denunciare pubblicamente le violenze squadriste e i brogli elettorali perpetrati dal Partito Nazionale Fascista. Quel discorso, pronunciato con fermezza e senza paura, gli costò la vita.

“Pugno nello stomaco”

“Esprimo sdegno per quanto accaduto quest’oggi al monumento in ricordo di Giacomo Matteotti. Danneggiare la lapide di un italiano caduto per la libertà di tutti noi è un atto grave. Un attacco alla sua memoria che abbiamo l’obbligo di condannare” il pensiero del Vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani commentando il tutto. “Il danneggiamento della lapide dedicata a Giacomo Matteotti, martire del socialismo riformista che sacrificò la vita opponendosi allo squadrismo fascista, è un vero pugno nello stomaco” le parole di Stefania Craxi, Presidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato. “È un oltraggio non solo alla memoria dell’uomo, al quale l’eroismo ha aggiunto grandezza ulteriore, ma a tutto ciò che egli rappresenta, a quegli ideali di libertà, giustizia e solidarietà che ne hanno ispirato l’azione politica e l’impegno civile”. L’anno scorso, in occasione del centenario del delitto, la Camera dei Deputati gli aveva simbolicamente dedicato lo scranno da cui parlò. “Pagò con la vita il coraggio delle sue idee e la sua incrollabile fedeltà alla democrazia. Questo atto vandalico è uno sfregio alla memoria di un uomo e dei valori su cui si fonda la nostra Repubblica” ha ricordato il Presidente della Camera Lorenzo Fontana. “Esprimo ferma condanna. Un gesto inaccettabile e vile che colpisce chi pagò con la vita la difesa dei suoi convincimenti ideali e politici” la nota del Presidente del Senato Ignazio La Russa.

Dall’intero arco parlamentare e istituzionale sono giunte parole durissime. Il Vicepresidente della Camera Giorgio Mulè lo ha definito “un oltraggio alla memoria condivisa dell’Italia libera”. Paolo Emilio Russo ha parlato di “un attacco alla nostra storia comune”, mentre Licia Ronzulli, vicepresidente del Senato, ha invocato “pene severe per i responsabili”.

“Gesto indecoroso”

Dello stesso tenore le parole del segretario nazionale dell’Udc, Antonio De Poli: “L’oltraggio della lapide di Matteotti è un gesto vile e indecoroso nei confronti della nostra storia democratica e repubblicana. Merita una ferma condanna da parte di tutti”. Il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone (FdI) ha chiesto un intervento strutturale: “Massima condanna per l’imbrattamento. Bene ha fatto il Ministro Giuli a recarsi sul posto. Ora però si garantisca sicurezza al monumento con recinzione, illuminazione e un’aiuola: la stele è in uno spazio trascurato, non alla sua altezza”.

Anche dal Centrosinistra la reazione è stata netta. Il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha annunciato il ripristino immediato del monumento, definendo l’atto “vergognoso e inaccettabile”. Il Senatore Francesco Verducci ha sottolineato come “quella lapide rappresenti i valori fondanti della Repubblica”. La Vicepresidente della Camera Anna Ascani ha parlato di “un gesto vile che colpisce la coscienza civile del Paese”.

Pd sul posto

Una delegazione del Partito Democratico, guidata dalla Segretaria Elly Schlein e composta dai Capigruppo Francesco Boccia e Chiara Braga, e da Marta Bonafoni, si è recata sul luogo dell’atto vandalico, deponendo un mazzo di rose rosse “per ricordare il sacrificio di Matteotti e manifestare la propria indignazione”. Parole dure anche dal Senatore Dario Parrini (Pd): “Matteotti è un simbolo luminoso della lotta contro il fascismo e la dittatura, un esempio impareggiabile di impegno per la democrazia e la libertà. L’auspicio è che si individuino e puniscano i responsabili”.

Il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha definito lo sfregio “un gesto vile e insensato, che colpisce una memoria civile condivisa”. Anche il presidente M5S, Giuseppe Conte, ha condannato “l’insulto alla memoria collettiva” chiedendo “un chiaro segnale da Giorgia Meloni contro questo scempio”.

Ma è proprio sul silenzio della Premier che si è aperta una piccola polemica. Gianfranco Rotondi, Presidente della Democrazia Cristiana, ha replicato ai nipoti di Matteotti che ne avevano criticato l’assenza: “È inopportuno insinuare un presunto silenzio della Meloni. Il governo è intervenuto subito col Ministro Giuli, e il Centrodestra si è riconosciuto nelle parole dure del Presidente La Russa. Sprecare in propaganda una rara occasione di unità è sbagliato”.

“Grave ferita alla coscienza civile”

Per l’Assessore alla Cultura di Roma Capitale Massimiliano Smeriglio si tratta di “un attacco non solo alla storia, ma alla nostra identità democratica. Ho già dato mandato per l’avvio del restauro: la memoria resisterà a ogni aggressione”. Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli si è recato personalmente al monumento per constatare i danni: “Un atto grave, che colpisce un luogo simbolico della memoria civile. Il rispetto per Matteotti è un dovere nazionale”. Anche il Segretario di Più Europa Riccardo Magi ha chiesto un intervento del Presidente del Consiglio “perché quella lapide rappresenta lo spirito democratico e antifascista del nostro Paese”.

A un secolo dal suo sacrificio Matteotti continua a rappresentare un punto fermo della coscienza democratica italiana, esempio di integrità morale e coraggio politico. Il danneggiamento della sua lapide, oltre a suscitare sdegno, riaccende il dovere collettivo della memoria. Come ha scritto l’Eurodeputato Nicola Zingaretti, “chi oltraggia Matteotti, oltraggia la Repubblica”. Parole che ricordano quanto sia ancora attuale il suo lascito: difendere le istituzioni, opporsi all’arbitrio, credere nella forza della libertà.

“Matteotti è stato un martire della democrazia. Se in questo Paese c’è ancora chi pensa di poter sfregiare il monumento a un uomo che ha avuto il coraggio di denunciare quello che sarebbe avvenuto, vuol dire che c’è un problema culturale, prima di tutto con chi pensa ancora che il fascismo abbia fatto cose buone”, ha scritto su X il leader di Azione, Carlo Calenda. “Questo è ciò che va combattuto per riappacificarci con la nostra storia nazionale”.“L’atto vandalico contro una delle lapidi in marmo che circondano il monumento a Giacomo Matteotti, sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, è un oltraggio alla memoria antifascista del nostro Paese. Non è un gesto isolato: avviene in un clima in cui si tenta sistematicamente di riscrivere la storia e sminuire la portata dei valori della Resistenza”, ha dichiarato in una nota Angelo Bonelli, Parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra.

 

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