mercoledì, 16 Luglio, 2025
Economia

Confcommercio-Censis: l’incertezza freno per le famiglie. Consumi in discesa, c’è timore di aspettative negative

Sangalli: società italiana resiliente ma è necessario ricostruire la fiducia

Famiglie prudenti, la crescita dei consumi può attendere. A dominare resta l’incertezza che fa da freno alla spesa. L’analisi che emerge dal emerge dal rapporto Confcommercio-Censis “Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2025”. Scrive la Confcommercio: “L’economia italiana è stabile e in buona salute, con reddito disponibile in aumento, grazie all’occupazione ai massimi storici e all’inflazione sotto controllo. Ciò nonostante le famiglie, se dimostrano da una lato voglia di normalità e di tornare a spendere, dall’altro restano prudenti per l’incertezza che le circonda”.

Il freno dell’incertezza

Il clima di fiducia, secondo l’analisi Confcommercio-Censis, resta dunque, incerto con una prevalenza di ottimisti che però si riduce nettamente rispetto al 2023 (10,8 punti contro 27,5 punti). “Di conseguenza”, si illustra nella nota, “Con, anche leaspettative per il futuro sono improntate alla prudenzacon un quarto delle famiglie che teme una contrazione del propri redditi. Nonostante ciò, le intenzioni di spesa per il 2025 sono in crescita rispetto all’anno precedente (bene soprattutto gli elettrodomestici con un +10,9% e i prodotti tecnologici con un +9,1%), così come le partenze per le vacanze estive (già pianificate dal 37,7% degli italiani, il dato più alto dal 2019). Tutto ciò rende possibile raggiungere l’obiettivo di crescita dell’1% dei consumi reali sia nel 2025 che nel 2026, anche se “resta fondamentale ricostruire la fiducia per dare pieno slancio ai consumi e agli investimenti”.

Scende il risparmio

Il 43,3% delle famiglie ha aumentato i consumi nel 2024, ma ai danni del risparmio, diminuiti per oltre la metà degli italiani (51,8%). Le diseguaglianze socio-economiche restano forti: solo il 12% delle famiglie a basso reddito ha visto crescere il proprio reddito contro il 24,9% di quelle più agiate. E il 47,1% delle famiglie meno abbienti dichiara minori disponibilità economiche rispetto all’anno precedente. Il principale fattore che costringe a ridurre i consumi (lo dice il 56,3% degli italiani), è rappresentato dalle spese obbligate (bollette, tasse, spese condominiali). Seguono contrazione dei redditi (25%) e necessità di accantonare risorse per imprevisti (18,7%).

Beni tecnologici al top

Nonostante il calo della fiducia, fa ancora presente Confcommercio e Censis, “crescono le intenzioni di spesa: la propensione all’acquisto rispetto al 2024 è più alta del 10,9%per gli elettrodomestici, del 9,1% per i prodotti tecnologici, del 5,6% per i mobili, del 4,3% per le autovetture e del 3,8% per le ristrutturazioni. A guidare le intenzioni di spesa sono in particolare i beni tecnologici (33,6%), seguiti dagli elettrodomestici (31,2%) e dalla casa, sia in termini di ristrutturazioni (25,4%) che di arredo (24,1%). Tuttavia, solo il 6,2% degli italiani si dice disposto ad acquistare un’abitazione e appena il 4,4% a investire in una seconda casa o in un immobile di vacanza”.

Vacanze chi parte e chi resta

Cresce la quota di famiglie italiane che ha già pianificato le vacanze estive: è il 37,7% in netto aumento rispetto al 26,2% dell’anno scorso. È il dato più alto dal 2019 e si accompagna a un calo del numero degli indecisi (28,6%) e di chi non partirà (33,6%). A rinunciare è soprattutto chi ha meno risorse (41,8% delle famiglie a basso reddito) e chi abita al Sud (38,8%). Il motivo principale è la mancanza di risorse economiche (53,5%), seguita da problemi di salute e dal caro-prezzi. Chi partirà resterà per lo più in Italia (76%): il 68,1% con lo stesso budget degli anni precedenti e il 22,8% con un budget ridotto, mentre solo il 9% potrà spendere di più. Gli alloggi preferiti sono nell’ordine hotel (41,7%), b&b o agriturismi (37,7%) e seconde case (14,8%).

Ottimisti e pessimisti

Il clima di fiducia resta incerto: se il 46,5% degli italiani si dichiara ottimista sul proprio futuro familiare, solo il 25,4% mantiene lo stesso giudizio positivo nei confronti dell’Italia nel suo complesso. Il saldo tra ottimisti e pessimisti è positivo ma in discesa: 10,8 punti nel 2025 contro i 27,5 del 2023. Le principali fonti di preoccupazione sono malattia (49,2%) e mancanza di risorse economiche (47,2%). Particolarmente esposte sono le famiglie del Mezzogiorno e quelle a basso reddito. Il 67,4% degli italiani indica come speranza primaria “mantenere un tenore di vita adeguato” e solo il 9,7% prevede un aumento dei propri redditi nella seconda metà del 2025.

Ricostruire la fiducia

Le famiglie italiane mostrano grande resilienza”, commenta il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “cala la fiducia, ma le intenzioni di acquisto crescono e quasi il 40% degli italiani ha già programmato le vacanze estive, che è il dato migliore dal 2019. Ricostruire la fiducia, con la riduzione delle tasse, è l’unica strada per superare l’incertezza e ridare slancio a consumi e investimenti”.

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