Ieri Papa Leone alle 9 del mattino ha presieduto la Santa Messa nella Cappella della Stazione dei Carabinieri di Castel Gandolfo, località dei Castelli Romani dove si sta godendo un meritato riposo prima del rientro in Vaticano tra meno di una settimana: l’occasione giusta per esprimere parole di gratitudine e incoraggiamento all’Arma e alle sue donne e uomini. Ma anche per riaffermare il legame storico tra il Papato e i Carabinieri, sottolineando l’importanza del loro servizio per l’Italia e per la Santa Sede, in particolare nel contesto dell’Anno Giubilare. Davanti a una rappresentanza dell’Arma, alle autorità civili e militari, e ad alcuni fedeli dei Castelli Romani, Leone XIV ha rivolto un’omelia intensa, centrata sul significato cristiano della fraternità e della fedeltà. Le sue parole hanno intrecciato Vangelo, memoria storica e attualità sociale, delineando un messaggio chiaro: essere fedeli, servire il bene comune, difendere la dignità dell’uomo.
Il Santo Padre ha aperto l’omelia partendo dal Vangelo proclamato poco prima, tratto da Matteo “Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre”. L’ha spiegato così: “Gesù rivela un legame più forte del sangue, un vincolo che accomuna ogni uomo e ogni donna nella volontà di Dio. La fraternità non nasce dal caso, ma dalla scelta di vivere amandosi gli uni gli altri”.
Un ringraziamento alla Benemerita
A questo legame spirituale il Vescovo di Roma ha unito una riflessione teologica sulla figura della Vergine Maria, “discepola prima ancora che madre”, come affermato da Sant’Agostino. Ha descritto Maria come “modello di fedeltà alla Parola” e ha tracciato un parallelo tra la Vergine fedele, patrona dell’Arma dei Carabinieri, e la missione quotidiana svolta dai militari. Sua Santità ha ricordato il 75esimo anniversario della proclamazione della Virgo Fidelis come Patrona dell’Arma, avvenuta proprio a Castel Gandolfo nel 1949, grazie a Papa Pio XII. “La fedeltà di Maria verso Dio”, ha spiegato, “diventa modello della fedeltà di ogni Carabiniere verso la Patria e il popolo italiano. Questa virtù esprime dedizione, purezza e costanza: tratti essenziali di un servizio che protegge la sicurezza pubblica e difende i diritti di tutti”.
Il Papa ha quindi espresso “profonda gratitudine” per il “nobile e impegnativo servizio che l’Arma rende all’Italia e ai suoi cittadini, oltre che alla Santa Sede e ai fedeli che visitano Roma”. Ha voluto citare in particolare i pellegrini che affollano la città durante l’Anno Santo, affidati spesso proprio alla vigilanza dei Carabinieri.
Il ricordo di Salvo D’Acquisto e dei caduti
Rivolgendosi alle autorità presenti Leone XIV ha pronunciato parole di incoraggiamento, accompagnate da un chiaro richiamo etico: “Davanti alle ingiustizie che feriscono l’ordine sociale, non cedete alla tentazione di pensare che il male possa averla vinta. Restate fedeli al vostro giuramento: rispondete al crimine con la forza della legge e dell’onestà. È così che l’Arma dei Carabinieri meriterà sempre la stima del popolo italiano”. Nel cuore dell’omelia è arrivato poi un momento toccante: il ricordo dei Carabinieri caduti, a cominciare dal venerabile Salvo D’Acquisto, Medaglia d’Oro al Valor Militare, la cui causa di beatificazione è in corso: “Vi affido il suo esempio. La sua dedizione fino al sacrificio estremo illumina il senso della vostra missione”. E ha aggiunto: “In ogni vostra attività, la Virgo Fidelis vi accompagni, vegli su ciascuno di voi, sulle vostre famiglie e sul vostro lavoro”.
Con questa invocazione conclusiva Prevost ha chiuso la celebrazione eucaristica, accolto dall’affetto dei presenti.
Visita al Monastero delle Clarisse di Albano
Dopo la Messa il Papa si è spostato ad Albano Laziale, dove ha visitato il Monastero delle Clarisse, dedicato all’Immacolata Concezione. L’accoglienza è avvenuta in silenzio e preghiera. Le suore hanno ricevuto il Pontefice nella cappella del monastero, dove si è raccolto per alcuni minuti davanti al Santissimo Sacramento. In seguito, nella sala capitolare, ha incontrato la comunità, rivolgendo a ciascuna consorella parole personali e cariche di affetto. “È bello che la Chiesa conosca la vostra vita”, ha detto. “La vostra testimonianza, custodita nel silenzio e nella preghiera, rappresenta un tesoro nascosto che sostiene il cammino di tutti”. Al termine dell’incontro, Leone XIV ha donato al monastero un calice e una patena per la celebrazione eucaristica, ricevendo in cambio un’icona del Volto di Gesù, realizzata dalle suore stesse.
L’incontro si è concluso con la recita del Padre Nostro e un momento di congedo semplice nel segno della spiritualità francescana che anima la comunità delle Clarisse.