Il tribunale regionale di Berlino ha aperto oggi, 14 luglio, il procedimento penale contro Johannes M., medico tedesco di 40 anni, accusato di aver ucciso almeno 15 pazienti tra il 2021 e il 2024. L’uomo, specializzato in cure palliative domiciliari, è sospettato di aver somministrato una combinazione letale di farmaci — sedativi seguiti da rilassanti muscolari — provocando la paralisi respiratoria e la morte in pochi minuti. Le vittime, dodici donne e tre uomini, avevano tra i 25 e i 94 anni e vivevano in quartieri popolari di Berlino. Secondo l’accusa, i farmaci sarebbero stati somministrati “senza indicazione medica né consenso”. In almeno cinque casi, il medico avrebbe anche appiccato incendi nelle abitazioni delle vittime per coprire le prove. Il caso ha scosso l’opinione pubblica: gli investigatori stanno riesaminando oltre 96 decessi sospetti, tra cui quello della suocera del medico, morta durante una visita in Polonia nel 2024. Se confermate, queste accuse renderebbero Johannes M. uno dei più efferati serial killer della Germania del dopoguerra. Il tribunale ha fissato 35 udienze, ma il numero potrebbe aumentare. Sono attesi circa 150 testimoni, tra cui familiari delle vittime e periti forensi. Il medico, attualmente in carcere, è accusato di omicidio premeditato e potrebbe affrontare l’ergastolo. La procura sottolinea che i pazienti non erano in fase terminale e che l’uomo avrebbe agito per “futili motivi e malizia”. Il processo è seguito con grande attenzione dai media e dalla comunità medica, che teme ripercussioni sulla fiducia nei servizi di assistenza domiciliare. La Germania si confronta così con un caso inquietante, che solleva interrogativi profondi sull’etica, la sorveglianza sanitaria e la vulnerabilità dei pazienti più fragili.
