In un quadro politico già segnato da divisioni e strategie alternative e dirompenti, un ulteriore elemento di nervosismo e di isteria è stato introdotto dalle presunte rivelazioni su un altrettanto presunta disponibilità di esponenti russi a sostenere anche finanziariamente la Lega attraverso accantonamenti su forniture petrolifere, Salvini è insorto annunciando raffiche di querele.
Inoltre il clima politico è diventato ancor più pesante anche per lo stallo sulle opportunità di ampliare il complesso delle competente a un gruppo di Regioni, quasi tutte del nord con la conseguente cessione di funzioni di poteri e di risorse da parte dello Stato.
Se ci fosse saggezza, una pausa di riflessione dovrebbe essere suggerita dai dati diffusi dall’Invalsi (l’Ente di valutazione dei profili educativi e scolastici) che ha riferito quello che già si assumeva sulla base di una prima analisi per le prove di maturità appena sostenute: cioè che il solco fra l’Italia del nord e quella del Mezzogiorno è diventato più profondo, con valutazione negative sugli studenti perfino incapaci di comprendere un testo di italiano e desolanti prestazioni sulle prove di matematica .
Un disastro educativo e formativo, che contraddice l’ipotetico passaggio alle Regioni delle competenze in materia di istruzione e che potrebbe addirittura aggravarsi.
Allo stesso modo c’è, nel mondo della cultura e dell’informazione, grande preoccupazione per l’ipotizzato trasferimento della delega alle Regioni, dei beni culturali ed ambientali; lì dove è avvenuto ad esempio in Sicilia, il risultato è stato perlomeno avvilente.
Il dramma italiano è dovuto non solo alle contraddizioni della maggioranza, ma anche alla confusione che regna nel maggior partito di opposizione.