Una notte di violenza e tensione ha scosso la comunità ebraica di Melbourne. Nel giro di pochi minuti, due episodi distinti ma ravvicinati hanno colpito due simboli dell’identità ebraica locale: un ristorante israeliano è stato aggredito da ignoti e, poco dopo, la sinagoga Adass Israel è stata data alle fiamme nel quartiere sud-orientale della città. Secondo le autorità, l’incendio è divampato intorno alle 4 del mattino del 6 dicembre 2024, quando due persone mascherate hanno versato un liquido infiammabile all’interno della sinagoga e appiccato il fuoco. All’interno si trovavano alcuni fedeli, che sono riusciti a fuggire dal retro. Uno di loro ha riportato ustioni alla mano. L’edificio è stato gravemente danneggiato, con libri sacri e arredi distrutti. Pochi minuti prima, un ristorante israeliano nel centro città era stato preso di mira da vandali che hanno infranto le vetrine e lanciato oggetti contro l’ingresso. La polizia sta indagando per verificare se i due episodi siano collegati e ha aperto un’inchiesta per crimini d’odio. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha condannato con fermezza gli attacchi: “La violenza e l’intimidazione contro un luogo di culto sono uno scandalo. L’antisemitismo non ha posto in Australia”. Anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha commentato l’accaduto, definendolo “un crimine atroce” e collegandolo a “posizioni anti-israeliane” espresse da parte del governo australiano. La comunità ebraica australiana, già allertata da un aumento degli episodi antisemiti negli ultimi mesi, ha espresso profonda preoccupazione. “Non è più solo odio verbale. Ora è violenza fisica”, ha dichiarato Jeremy Leibler, presidente della Federazione Sionista Australiana.