C’è un luogo nel cuore della Puglia dove il tempo sembra essersi fermato, scolpito nella pietra e custodito dal silenzio delle gravine: Massafra, la ‘Tebaide d’Italia’, è uno dei centri più affascinanti dell’arte rupestre europea. Un patrimonio che, se adeguatamente valorizzato, potrebbe trasformare la città in una destinazione culturale e spirituale di primo piano. Nascoste tra le gole delle gravine, le chiese rupestri di Massafra sono veri e propri scrigni di storia e bellezza. Scavate nella roccia calcarenitica tra l’Alto Medioevo e il periodo bizantino, queste architetture ipogee uniscono spiritualità e paesaggio in una simbiosi perfetta.
Santa Marina
Interamente affrescata, è una delle più antiche testimonianze della presenza greco-orientale in Puglia. I suoi affreschi dell’XI secolo, raffiguranti santi e scene cristologiche, sono di rara intensità espressiva.
Cripta di San Leonardo
Scavata originariamente come tomba e trasformata in chiesa bizantina nel XIII secolo, questa cripta a navata unica si compone di tre ambienti liturgici. Ne risplende soprattutto la Deesis nell’abside: Cristo Pantocratore seduto in trono tra la Madonna e San Giovanni Battista. Lungo la semi-iconostasi e i sottarchi appaiono vividissimi affreschi: San Pietro (con lettere e chiavi), San Paolo eremita, Sant’Antonio Abate, i Santi Medici Cosma e Damiano, oltre a San Nicola, l’Arcangelo Gabriele, l’Annunciazione e altri santi diaconi.
Cripta della Candelora
Risale al XII secolo ed è considerata un gioiello dell’architettura rupestre per la presenza di volte multiple. Di notevole pregio sono anche i dipinti, tra cui la “Presentazione di Gesù al Tempio”, con Gesù fanciullo che cammina tenendo per mano la Madonna.
Cripta di Sant’Antonio Abate

Ottenuta dall’accorpamento di due chiese distinte — una officiata secondo il rito orientale e l’altra secondo il rito latino — questa cripta è un classico esempio di chiesa ipogea. Situata al di sotto dell’antico ospedale di Massafra, funziona da vera e propria galleria alto-medievale grazie alle numerose pitture.
Le gravine: canyon pugliesi tra natura e spiritualità
Le gravine di Massafra — in particolare la Gravina di San Marco e quella della Madonna della Scala — sono canyon naturali profondi anche 100 metri, simili a quelli della Cappadocia. In esse si alternano grotte abitate, cripte, scalinate scolpite nella pietra, insediamenti trogloditici e panorami mozzafiato.
Percorrere i sentieri che si affacciano sulle gravine significa immergersi in un ecosistema unico, dove la natura selvaggia convive con la spiritualità millenaria. Non sono solo luoghi di culto, ma testimonianze vive di una civiltà rupestre che ha saputo trasformare la natura in rifugio e arte.
Un turismo lento, colto e sostenibile
Il potenziale turistico di questo patrimonio è enorme. Massafra potrebbe essere al centro di un itinerario rupestre europeo, attraendo appassionati di archeologia, escursionisti, pellegrini e turisti alla ricerca di esperienze autentiche. Le chiese rupestri e le gravine rappresentano la base perfetta per sviluppare turismo circolare, naturalistico, spirituale e, perché no, per promuovere didattica e ricerca attraverso laboratori di archeologia e collaborazioni universitarie.
Una sfida per il futuro
Il 10 marzo 2025 Massafra ha salutato con commozione la scomparsa di monsignor Cosimo Damiano Fonseca, accademico dei Lincei e figura di riferimento per la cultura del Mezzogiorno. Illustre medievalista, tra i più autorevoli a livello internazionale, è stato uno dei maggiori promotori degli studi sulla civiltà rupestre, dedicando a esse ricerche, seminari e pubblicazioni volte alla conoscenza e valorizzazione del patrimonio storico del Sud Italia, in particolare della Puglia. Tra le sue opere fondamentali figura Civiltà delle grotte: Mezzogiorno rupestre (Napoli, Edizioni del Sole, 1988).
Oggi, in un’era dominata da un turismo veloce e superficiale, Massafra rappresenta un’opportunità rara: rallentare, ascoltare e scoprire. Le sue chiese rupestri raccontano una storia antica attraverso silenzi, luci, colori e pietre.
Perché questo patrimonio possa davvero parlare al presente, è necessario un impegno concreto: restauro, accessibilità e capacità di narrazione. Chi saprà riconoscere in queste cripte non solo le tracce del passato, ma anche una risorsa per il futuro, restituirà a Massafra il ruolo che le spetta: capitale della cultura rupestre.