La produzione globale di cocaina ha raggiunto livelli mai registrati prima, secondo l’ultimo Rapporto delle Nazioni Unite sulla cocaina, pubblicato dall’Ufficio ONU contro la Droga e il Crimine (UNODC). Dopo la flessione dovuta alla pandemia, il mercato ha ripreso vigore con una rapidità impressionante, trainato da una domanda in crescita e da nuove rotte del traffico internazionale. Tra il 2020 e il 2021, la coltivazione della pianta di coca è aumentata del 35%, il più grande incremento annuale dal 2016. La produzione ha superato le 2.000 tonnellate annue, più del doppio rispetto al 2014. A contribuire al boom, anche miglioramenti nei processi di raffinazione e una maggiore efficienza logistica da parte dei cartelli. Il rapporto evidenzia come Europa e Nord America restino i principali mercati di destinazione, ma segnala anche una pericolosa espansione in Africa e Asia, dove le reti criminali stanno consolidando nuove rotte e hub logistici. In particolare, i porti del Mare del Nord – Anversa, Rotterdam, Amburgo – hanno superato quelli iberici come principali punti di ingresso in Europa. Un altro dato allarmante riguarda l’uso crescente di servizi postali internazionali per il contrabbando, soprattutto durante i lockdown, quando i viaggi aerei erano limitati. I sequestri globali hanno raggiunto livelli record, ma non sembrano rallentare l’offerta. “L’offerta globale di cocaina è ai massimi storici”, ha dichiarato l’UNODC, sottolineando la necessità di strategie più coordinate e preventive. Il rischio, secondo gli esperti, è che il mercato si stabilizzi su questi livelli, rendendo ancora più difficile il contrasto al narcotraffico.