In occasione della Giornata Mondiale sulla Sla, questa mattina il giardino del Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs si è trasformato in un’oasi di silenzio e respiro. Aisla Lazio ha infatti promosso una sessione di yoga dedicata a caregiver, familiari, volontari e operatori sanitari: un gesto semplice ma profondamente simbolico per celebrare chi, ogni giorno, vive accanto alle persone affette da sclerosi laterale amiotrofica. L’iniziativa è frutto della collaborazione con il Centro Clinico NeMO Roma ‘Armida Barelli’ e la Fondazione Policlinico Gemelli, due realtà da sempre impegnate nella presa in carico integrata dei pazienti con malattie neuromuscolari. A guidare l’incontro, Irene Cipriani, Vicepresidente di Aisla Lazio e insegnante di yoga, che ha condotto i partecipanti in un percorso tra respiro, ascolto e gratitudine. “Lo yoga mi ha insegnato che si può stare nel dolore senza soccombere,” ha spiegato Cipriani. “Questo incontro è il nostro grazie a chi ogni giorno si prende cura, spesso dimenticandosi di sé. È un gesto per restituire, anche solo per un attimo, un momento di respiro”.
Presente anche il Professor Mario Sabatelli, Direttore clinico del Centro NeMO Roma presso il Policlinico Gemelli e presidente della Commissione medico-scientifica di Aisla, che ha voluto sottolineare il valore umano dell’iniziativa. “La Sla oggi non ha ancora una cura. Ma ha bisogno di cura, ogni giorno. E la cura non è solo una terapia: è una relazione. È chi resta, anche quando non ha risposte. È questo il senso del nostro impegno: prenderci cura, anche di chi cura”.
Global Day
L’evento si inserisce nelle celebrazioni del Global Day promosso a livello internazionale dall’International Alliance of Als/Mnd Associations, che ogni anno richiama l’attenzione sulla malattia e sulla comunità che la affronta. Dal 1983 Aisla rappresenta un punto di riferimento per le persone con SLA e i loro familiari, con una presenza capillare in tutto il Paese. Anche a Roma, oggi, si è scelto di fermarsi. Perché, come ricorda l’associazione, prendersi cura significa anche offrire ascolto, sollievo e riconoscimento a chi ogni giorno dona la propria energia e il proprio tempo agli altri.