Dopo quasi due anni di gelo diplomatico, India e Canada hanno annunciato il ripristino graduale dei servizi consolari e diplomatici, segnando un primo passo verso la normalizzazione dei rapporti bilaterali. La crisi era esplosa nel giugno 2023, in seguito all’uccisione del leader separatista sikh Hardeep Singh Nijjar a Surrey, nella Columbia Britannica. Ottawa aveva accusato Nuova Delhi di essere coinvolta nell’omicidio, scatenando una reazione a catena senza precedenti. Le accuse del primo ministro canadese Justin Trudeau, basate su “prove credibili” del coinvolgimento di agenti indiani, avevano portato all’espulsione reciproca di diplomatici, alla sospensione dei visti per cittadini canadesi e al blocco di numerose collaborazioni bilaterali. L’India aveva definito le accuse “assurde e motivate politicamente”. Nijjar, cittadino canadese dal 2015, era un attivista del movimento per l’indipendenza del Khalistan, considerato terroristico da Nuova Delhi. La sua uccisione aveva riacceso tensioni storiche legate al separatismo sikh e alla diaspora indiana in Nord America. Secondo fonti diplomatiche, il disgelo è stato possibile grazie a colloqui riservati tra i ministeri degli Esteri e alla mediazione di partner internazionali. A partire da luglio, le ambasciate torneranno a offrire servizi consolari completi, inclusi visti, assistenza ai cittadini e programmi culturali. Il governo canadese ha definito la decisione “un passo necessario per proteggere i legami tra i nostri popoli”, mentre Nuova Delhi ha parlato di “cooperazione pragmatica, pur nella divergenza di vedute”. Resta aperta la questione giudiziaria: quattro cittadini indiani sono sotto processo in Canada per l’omicidio di Nijjar. Ma sul piano diplomatico, il disgelo è cominciato.
