Mentre il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, celebra il 250° anniversario dell’esercito americano con una parata militare a Washington D.C., migliaia di manifestanti in tutto il Paese scendono in piazza per protestare contro quella che definiscono una deriva autoritaria. Il movimento ‘No Kings’, nato per opporsi alla militarizzazione della politica americana, ha organizzato oltre 2.000 manifestazioni in tutti i 50 Stati, con la partecipazione prevista di milioni di persone. La parata, fortemente voluta da Trump, prevede una sfilata di 7.000 soldati, carri armati Abrams, 50 aerei militari e il lancio di paracadutisti. Il presidente ha dichiarato che l’evento è un tributo alla storia militare americana, ma i suoi oppositori lo vedono come un tentativo di rafforzare la sua immagine di leader forte e di distogliere l’attenzione dalle recenti tensioni politiche. Le proteste “No Kings” si concentrano in città come New York, Chicago, Seattle, Austin e Filadelfia, dove sono previsti cortei e sit-in per denunciare le politiche di Trump, tra cui le retate anti-migranti e l’uso della Guardia Nazionale per reprimere le manifestazioni a Los Angeles. Gli organizzatori del movimento, noto come 50501 (50 Stati, 50 proteste, un movimento), hanno dichiarato che la mobilitazione è la più grande mai vista da quando Trump è tornato in carica per il suo secondo mandato. La risposta delle autorità è stata immediata: diversi governatori repubblicani hanno mobilitato le truppe della Guardia Nazionale per contenere le proteste. Il presidente ha ribadito che chi protesta contro la parata “odia il nostro Paese”, promettendo di rispondere con “una forza molto grande”. Con il clima di tensione crescente, gli Stati Uniti si preparano a una giornata di forti contrasti tra celebrazioni patriottiche e proteste di massa. Il movimento “No Kings” vuole dimostrare che l’opposizione a Trump è diffusa in tutto il Paese, mentre l’amministrazione cerca di mantenere il controllo della situazione.
