domenica, 1 Giugno, 2025
Attualità

La 59ª Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali

La festa della mitezza e speranza domenica 1º giugno 2025

1º giugno solennità dell’Ascensione con anticipazione di Papa Francesco in occasione del Giubileo della Comunicazione – 24 gennaio u.s. – festa di San Francesco di Sales, protettore dei giornalisti

San Francesco di Sales (1567/1622)

Francesco di Sales, vescovo cattolico francese, viene riconosciuto come grande comunicatore, anche per merito delle sue opere letterarie tra le quali le due principali: “Filotea. Introduzione alla vita devota” e “Trattato dell’amore di Dio”, testi ritenuti fondamentali della letteratura religiosa di tutti i tempi.

Francesco di Sales porta avanti la sua battaglia per l’ortodossia con il metodo della carità, illuminando le coscienze con gli scritti, per i quali ottiene anche il titolo di dottore della Chiesa oltre ad essere riconosciuto patrono di stampa cattolica, di giornalisti, scrittori, autori, del Piemonte, della comunità sorda, di salesiani e di comunicatori.

Muore a Lione il 28 dicembre 1622, all’età di 55 anni el’8 gennaio 1662, viene beatificato da papa Alessandro VII (1599/1667); mentre dopo appena tre anni, il 19 aprile 1665, viene proclamata la sua canonizzazione sempre da papa Alessandro VII.

Papa Francesco

Il 24 gennaio scorso, Papa Francesco, rivolto alla platea di giornalisti, afferma che: “Comunicazione è uscire un pò da sé stessi per dare del mio all’altro. E la comunicazione non solo è l’uscita ma anche l’incontro con l’altro. Saper comunicare è una grande saggezza. Sono contento di questo Giubileo dei comunicatori. Il vostro lavoro è un lavoro che costruisce: costruisce la società, costruisce la chiesa, fa andare avanti tutti, a patto che sia vero.” “…Comunicare è una cosa divina; grazie di quello che voi fate”.

Altro ringraziamento specifico va anche al maestro Uto Ughi “…per il dono della musica, che è una via di comunicazione e di speranza.”

Papa Francesco definisce il mondo della comunicazione “un mondo vitale”, sottolineando che “Il Giubileo si celebra in un momento difficile della storia dell’umanità, con il mondo ancora ferito da guerre e violenze, dallo spargimento di tanto sangue innocente.” Invita a “un impegno coraggioso nel mettere al centro della comunicazione la responsabilità personale e collettiva verso il prossimo. Pensando al Giubileo che celebriamo quest’anno come un periodo di grazia in un tempo così travagliato, vorrei con questo mio Messaggio invitarvi ad essere comunicatori di speranza, incominciando da un rinnovamento del vostro lavoro e della vostra missione secondo lo spirito del Vangelo.”

Tema della mitezza e della speranza

Papa Francesco, nel suo messaggio ai giornalisti, dice espressamente: “In questo Giubileo faccio quindi un altro appello a voi qui riuniti e ai comunicatori di tutto il mondo: raccontate anche storie di speranza, storie che nutrono la vita.”…”Raccontare la speranza significa vedere le briciole di bene nascoste anche quando tutto sembra perduto, significa permettere di sperare anche contro ogni speranza. Significa accorgersi dei germogli che spuntano quando la terra è ancora coperta dalle ceneri.

Raccontare la speranza significa avere uno sguardo che trasforma le cose, le fa diventare ciò che potrebbero, che dovrebbero essere. Vuol dire far camminare le cose verso il loro destino. È questo il potere delle storie. Ed è questo che vi incoraggio a fare: raccontare la speranza, condividerla. Questa è – come direbbe San Paolo – la vostra “buona battaglia”.

Ribadisce, altresì, che la comunicazione dei cristiani come anche la comunicazione in generale “…dovrebbe essere intessuta di mitezza, di prossimità: lo stile dei compagni di strada, seguendo il più grande Comunicatore di tutti i tempi, Gesù di Nazaret, che lungo la strada dialogava con i due discepoli di Emmaus facendo ardere il loro cuore per come interpretava gli avvenimenti alla luce delle Scritture.”

Sollecita tutti, dicendo anche di “Essere miti e non dimenticare mai il volto dell’altro; parlare al cuore delle donne e degli uomini al servizio dei quali state svolgendo il vostro lavoro. Non permettere che le reazioni istintive guidino la vostra comunicazione. Seminare sempre speranza, anche quando è difficile, anche quando costa, anche quando sembra non portare frutto. Cercare di praticare una comunicazione che sappia risanare le ferite della nostra umanità. Raccontare storie intrise di speranza, avendo a cuore il nostro comune destino e scrivendo insieme la storia del nostro futuro.

Papa Leone XIV

Dall’intervento di Papa Francesco del 24 gennaio durante la festa di San Francesco di Sales, si passa al 12 maggio u.s., primo discorso di Papa Leone XIV, subito dopo la sua elezione, nel ricevere la stampa internazionale. Numerosi sono i suoi richiami alle frasi del suo predecessore, papa Francesco, invocandolo espressamente. Papa Leone si rivolge agli operatori dei media, per “disarmare la comunicazione”, senza aggressività, mediocrità e slealtà nello svolgere tale ruolo – specie in questo preciso momento – come strumento per costruire la pace.

Più esattamente, tra l’altro, ha sottolineato le seguenti frasi: “Ripeto a voi oggi l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali: disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce, Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra.”

È la prima volta, nella storia della Chiesa, in cui si verifica che la successione alla Cattedra di Pietro avviene nel bel mezzo dell’anno Giubilare, con i festeggiamenti iniziati il 24 dicembre con l’apertura della Porta Santa in San Pietro.

Intanto per il 1º giugno prossimo, in molte località sono già iniziate funzioni religiose, come nelle Diocesi di Firenze, di Terni e di Orvieto-Todi.

Di conseguenza il taglio giornalistico comprende argomenti nel ripercorrere storie, volti e strumenti della comunicazione cattolica, allargando quelle esperienze comunitarie, coniugando fede e cultura nel linguaggio di speranza.

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