Il 28 maggio 2025, una catastrofe naturale ha colpito la Svizzera con il crollo improvviso del ghiacciaio Birch, che ha travolto il pittoresco villaggio alpino di Blatten, situato nel Canton Vallese. La frana ha distrutto circa il 90% delle abitazioni del villaggio, sommergendo completamente l’area sotto una colata di fango, rocce e frammenti di ghiaccio. Le autorità locali avevano provveduto a evacuare il villaggio all’inizio di maggio, trasferendo in sicurezza circa 300 residenti insieme al loro bestiame, preoccupate per il possibile collasso imminente del ghiacciaio. Tuttavia, nonostante queste precauzioni, un uomo di 64 anni risulta ancora disperso, mentre le squadre di soccorso stanno impiegando droni dotati di telecamere termiche per intensificare le ricerche e localizzare eventuali sopravvissuti o dispersi. Secondo gli esperti, il ghiacciaio Birch aveva mostrato chiari segni di instabilità nelle settimane precedenti al disastro, con movimenti accelerati verso valle che raggiungevano fino a 10 metri al giorno. Il crollo ha inoltre causato l’ostruzione del corso del fiume Lonza, sollevando seri timori riguardo a possibili esondazioni nelle zone circostanti. Il ministro dell’Ambiente svizzero, Albert Rösti, ha definito l’evento “straordinario” e ha assicurato che saranno adottate misure urgenti per assistere gli sfollati e ricostruire la comunità. La comunità scientifica attribuisce questo disastro principalmente al cambiamento climatico, che ha accelerato in modo preoccupante lo scioglimento dei ghiacciai alpini. Nel 2023, la Svizzera ha registrato una perdita pari al 4% del volume totale dei suoi ghiacciai, segnando il secondo peggior dato mai rilevato nella sua storia. Mentre le operazioni di soccorso proseguono senza sosta, la tragedia di Blatten rappresenta un monito grave e concreto sulla fragilità dell’ecosistema alpino e sull’assoluta necessità di avviare interventi concreti e immediati per mitigare gli effetti devastanti del riscaldamento globale.
