Dopo decenni di contenzioso post-coloniale, il Regno Unito ha ufficialmente accettato di cedere la sovranità delle isole Chagos a Mauritius, segnando una svolta nella politica internazionale. L’accordo, firmato dal primo ministro britannico Keir Starmer e dal governo mauriziano, prevede la restituzione dell’arcipelago nell’Oceano Indiano, con una clausola fondamentale: Londra manterrà il controllo della base militare di Diego Garcia per almeno 99 anni, versando un affitto annuale di 101 milioni di sterline. La decisione arriva dopo anni di pressioni internazionali, con l’ONU che aveva sollecitato il Regno Unito a restituire le isole, occupate dal 1814. Tuttavia, il governo britannico ha giustificato la permanenza della base militare come necessaria per garantire la sicurezza nazionale e la stabilità geopolitica nella regione. L’accordo è stato accolto favorevolmente dagli Stati Uniti, che condividono la gestione della base, mentre Russia, Cina e Iran hanno espresso preoccupazioni per il rafforzamento dell’influenza occidentale. Nonostante la firma, la cessione ha suscitato polemiche interne. L’Alta Corte di Londra ha temporaneamente bloccato l’accordo dopo un ricorso presentato da due donne chagossiane, preoccupate di perdere i diritti di cittadinanza britannica. La protesta ha evidenziato le tensioni con gli ex abitanti delle Chagos, espulsi negli anni ’60 per consentire la costruzione della base militare. Mentre il governo mauriziano celebra la restituzione come una “grande vittoria”, il dibattito sulla gestione futura dell’arcipelago resta aperto. La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi, consapevole che questa decisione potrebbe ridefinire gli equilibri strategici nell’Indo-Pacifico.