Il leader dell’estrema destra rumena, George Simion, ha chiesto l’annullamento delle elezioni presidenziali del 18 maggio 2025, accusando la Francia di interferire nel voto. Simion, sconfitto al ballottaggio dal centrista Nicușor Dan, ha sostenuto che attori statali e non statali abbiano influenzato il risultato, denunciando presunti brogli elettorali e compravendita di voti. Secondo lui, Francia e Moldavia avrebbero orchestrato una campagna a favore del suo avversario, coinvolgendo ambasciate e gruppi di pressione europei. Il candidato nazionalista ha inoltre affermato che schede elettorali di persone decedute sarebbero state conteggiate, sollevando dubbi sulla trasparenza del processo. La denuncia di Simion segue un primo turno elettorale già controverso, in cui la Corte Costituzionale aveva annullato il voto di novembre 2024 per presunte interferenze russe. Ora, con un nuovo presidente eletto, la Romania si trova nuovamente in una fase di instabilità politica, mentre l’estrema destra contesta il risultato e alimenta tensioni tra i suoi sostenitori. Il presidente francese Emmanuel Macron, già criticato da Simion durante la campagna, non ha risposto direttamente alle accuse, ma fonti diplomatiche hanno definito le sue dichiarazioni “infondate e pericolose”. Nel frattempo, la Commissione Elettorale rumena ha confermato la vittoria di Dan con il 53,6% dei voti, respingendo le accuse di irregolarità. Mentre la Romania cerca di voltare pagina, la richiesta di Simion rischia di approfondire le divisioni nel paese, aumentando il rischio di ulteriori proteste e contestazioni politiche.