Gli Stati Uniti hanno effettuato il primo volo di rimpatrio volontario, riportando 68 migranti nei loro paesi d’origine, Honduras e Colombia. Questa iniziativa, finanziata dal governo americano, fa parte di un nuovo programma che offre ai migranti l’opportunità di tornare volontariamente in cambio di un sussidio economico e della possibilità di richiedere in futuro un ingresso legale negli USA. Il volo charter è atterrato a San Pedro Sula, nel nord dell’Honduras, dove 38 honduregni, tra cui 19 bambini, sono stati accolti dalle autorità locali. I migranti hanno ricevuto carte di debito del valore di 1.000 dollari, fornite dal governo statunitense, come incentivo per facilitare il loro reinserimento nel paese di origine. Il Dipartimento per la Sicurezza Interna ha dichiarato che questa operazione rappresenta un nuovo approccio alla gestione dell’immigrazione, volto a ridurre il numero di ingressi irregolari attraverso incentivi economici. Tuttavia, alcuni esperti sostengono che l’offerta di rimpatrio volontario potrebbe interessare solo una piccola parte dei migranti, senza incidere in modo significativo sui flussi migratori. Il presidente Donald Trump ha promesso di intensificare le deportazioni nei prossimi mesi, mentre il governo colombiano ha espresso alcune riserve sulla gestione dei rimpatri. Il presidente colombiano Gustavo Petro ha recentemente criticato l’uso di aerei militari per il trasporto dei migranti, chiedendo un trattamento più dignitoso per i cittadini espulsi. Mentre il programma di rimpatrio volontario prende forma, resta da vedere se questa strategia avrà un impatto duraturo sulla politica migratoria statunitense o se i flussi irregolari continueranno a rappresentare una sfida per Washington.