C’era tantissima attesa ieri in piazza San Pietro tra le oltre 100mila persone che si sono radunate per partecipare al primo Regina Coeli di Papa Leone XIV, il nuovo Pontefice succeduto a Francesco. E di certo in Vaticano c’è stata un’esplosione di fede e speranza che ha attraversato il cuore dei presenti. Dall’affaccio della Loggia della Basilica, Leone XIV (al secolo Robert Prevost) ha pronunciato parole che già segnano una linea pastorale chiara e intensa: pace, vocazione, memoria, giustizia. “Mai più la guerra” ha gridato con forza al termine della preghiera mariana, rivolgendosi ai grandi della Terra. L’appello è risuonato potente, nel giorno che segna l’ottantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, e ha riportato alla memoria le storiche parole di Paolo VI all’Onu nel 1965, ma anche l’eco più recente delle denunce di Bergoglio contro quella che definì “una terza guerra mondiale a pezzi”.
Sua Santità ha parlato con voce ferma, ma visibilmente commossa: “Porto nel mio cuore le sofferenze dell’amato popolo ucraino. Si faccia ogni sforzo per giungere a una pace autentica, giusta e duratura. Siano liberati tutti i prigionieri e i bambini restituiti alle loro famiglie”, ha detto il Pontefice, tornando poi a denunciare le violenze nella Striscia di Gaza: “Mi addolora profondamente quanto accade. Cessi immediatamente il fuoco. Si presti soccorso alla popolazione civile e siano liberati tutti gli ostaggi”.
L’appello del Papa si è esteso anche ad altri fronti di tensione internazionale: ha salutato con favore il cessate il fuoco tra India e Pakistan, esprimendo la speranza che il dialogo possa condurre a un accordo duraturo. “Ma quanti altri conflitti ancora insanguinano il nostro tempo. Affido alla Regina della Pace questo accorato appello, perché sia lei a presentarlo al Signore Gesù per ottenere il miracolo della pace”.
Vocazioni, giovani e il Vangelo del Buon Pastore
La prima domenica del suo ministero petrino è coincisa con la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, una circostanza che Papa Leone XIV ha definito “un dono di Dio”, ricordando il significato della quarta domenica di Pasqua, in cui si celebra il Cristo Buon Pastore. “La Chiesa ha bisogno di vocazioni, di giovani e giovani donne che trovino nella comunità ascolto, accoglienza, incoraggiamento”, ha detto il Pontefice, citando il messaggio di Papa Francesco diffuso lo scorso marzo dal Policlinico Gemelli. Poi un’esortazione diretta: “Ai giovani dico: non abbiate paura!”. Un invito che ha riportato alla mente le parole pronunciate da Giovanni Paolo II nel 2000, davanti a due milioni di ragazzi a Roma: “Non abbiate paura di credere”.
“Chiediamo al Padre celeste di essere gli uni per gli altri, ciascuno in base al proprio stato, pastori secondo il suo cuore”, ha aggiunto il Santo Padre, chiedendo modelli credibili per le nuove generazioni e comunità capaci di accompagnarle. La sua omelia ha sottolineato la centralità della figura del Buon Pastore e l’impegno a guidare il popolo di Dio “non come un dominatore, ma come un servo, che conosce e ama le sue pecore e per loro dà la vita”.
Una mattina di preghiera
Prima dell’apparizione pubblica, Leone XIV ha celebrato la Messa nelle Grotte Vaticane, presso l’altare vicino alla tomba dell’apostolo Pietro, insieme a Padre Alejandro Moral Anton, Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, a cui il Papa appartiene. Al termine della celebrazione, il Pontefice si è raccolto in preghiera davanti alle tombe dei suoi predecessori e presso la nicchia dei Pallii.
Non è mancato, infine, un gesto di affetto e attenzione verso la vita quotidiana delle famiglie. “Oggi celebriamo la Festa della mamma”, ha detto il Papa, “e rivolgo un caro saluto a tutte le mamme con una preghiera per loro. Buona festa a tutte e buona domenica a tutti”.