domenica, 20 Aprile, 2025
Lavoro

Pasqua al lavoro: oltre 5 milioni di italiani non potranno godersi il ponte

Tra turismo, sanità, sicurezza e commercio: chi lavora quando gli altri si rilassano

Mentre milioni di italiani si stanno già godendo il ponte pasquale tra gite fuori porta, visite a città d’arte e momenti di relax al mare o in montagna, c’è un’Italia che non si ferma. Secondo le stime dell’Ufficio studi della Cgia su dati Istat, saranno oltre 5,1 milioni i lavoratori impegnati tra la domenica di Pasqua e il lunedì dell’Angelo. Una cifra significativa, che getta luce su un fenomeno ormai strutturale: la festività per molti non è sinonimo di pausa. Le attività coinvolte sono quelle che, per loro natura, non possono permettersi una sosta. Si parla del comparto turistico-ricettivo, della sanità, del commercio, dei trasporti, della pubblica sicurezza, ma anche dell’agricoltura, dell’industria a ciclo continuo e dell’informazione. Una rete complessa, silenziosa ma essenziale, che garantisce servizi fondamentali anche nei giorni di festa.

Su questi 5,1 milioni di lavoratori, 1,3 milioni sono autonomi – agricoltori, commercianti, ambulanti, artigiani – mentre 3,8 milioni sono dipendenti. Il dato mostra come, a dieci anni dalla liberalizzazione degli orari introdotta dal governo Monti, il numero di persone che lavora durante le festività sia in costante aumento. Nel 2023, il 25,8% degli autonomi e il 20,4% dei dipendenti risultava attivo anche nei giorni festivi.

Alberghi, sanità e commercio

Il cuore pulsante di questa ‘Italia che lavora sempre’ batte in tre settori principali: alberghi e ristorazione, sanità e commercio/esercizi pubblici. Insieme contano oltre 2,25 milioni di lavoratori dipendenti attivi durante le festività, pari a circa il 60% del totale dei dipendenti festivi. Nel dettaglio 785.000 persone lavorano in alberghi e ristoranti, 774.500 nel settore della sanità e case di cura, 689.900 nel commercio e negli esercizi pubblici.

La proporzione è ancora più significativa se si guarda alla distribuzione interna dei settori. La percentuale di dipendenti che lavora la domenica tocca il 70,2% nella ristorazione, il 32% nel commercio, il 25,7% nella pubblica amministrazione, e il 24,5% nei trasporti.

Le Regioni che lavorano di più

In termini assoluti, le regioni con più dipendenti attivi durante le feste sono Lombardia (593.600), Lazio (465.600), Veneto (323.400), Emilia-Romagna (287.400). Ma se si considera la percentuale rispetto al totale dei lavoratori, emergono dati diversi. Le regioni con la più alta incidenza di lavoro festivo sono Sardegna e Liguria (entrambe al 26,9%), Abruzzo (24,9%), Lazio (24,4%).

Questi numeri si spiegano con la composizione economica dei territori: dove il settore turistico e dei servizi pesa di più sull’occupazione totale, si lavora anche di più nei giorni festivi.

L’Italia in Europa

Rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea, l’Italia si colloca sotto la media per percentuale di lavoratori dipendenti attivi durante le festività. Nel 2023, la media dell’UE a 27 era del 20,6%, mentre in Italia si registrava il 20,4%. I Paesi con le percentuali più alte: Paesi Bassi (38,6%), Malta (35,8%),Finlandia (35,4%), Danimarca (32,8%). Più in basso di noi solo Spagna (19,9%) e Germania, con appena il 14,6%: il dato più basso dell’intera Unione.

Dall’analisi Cgia emerge una lunga lista di professioni che saranno in servizio durante il weekend pasquale. Figure che garantiscono la sicurezza, l’assistenza, il trasporto, l’alimentazione e l’intrattenimento del Paese. Tra queste medici, infermieri, operatori sanitari, poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco, militari, autisti, tassisti, macchinisti, controllori di volo, cuochi, pizzaioli, camerieri, baristi, ristoratori, commessi, farmacisti, benzinai, giornalisti, tecnici radiotelevisivi, artisti, musicisti, dj, guide turistiche, addetti a musei e teatri, albergatori, agricoltori, allevatori, ambulanti, badanti, colf, manutentori, vigilanti, netturbini

Una varietà sorprendente, che dimostra come il funzionamento del sistema Italia durante le festività si regga su una molteplicità di mestieri spesso invisibili, ma insostituibili.

Chi assicura i servizi

Il ponte pasquale rappresenta, per oltre 11 milioni di italiani, una pausa tanto attesa, ma per altri 5 milioni è semplicemente “un altro giorno di lavoro”. Un’Italia che lavora mentre gli altri si rilassano, e che merita più attenzione, riconoscimento e rispetto. In un’epoca dove flessibilità e mobilità sono diventate la norma, garantire diritti e tutele a chi lavora durante le festività è una sfida che le istituzioni, le imprese e la società civile devono affrontare con serietà.

Perché dietro un pranzo al ristorante, una corsa in taxi o un servizio al pronto soccorso c’è sempre una persona che ha scelto – o è stata costretta – a non fermarsi.

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