Il 23 aprile 2025 entrerà ufficialmente in vigore il settimo taglio consecutivo dei tassi da parte della Banca centrale europea, che ha ridotto di 25 punti base il tasso di riferimento sui depositi portandolo dal 2,50% al 2,25%, confermando una linea di allentamento monetario avviata nel giugno scorso. In parallelo, anche il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali scende dal 2,65% al 2,40%, mentre quello sui prestiti marginali si attesta ora al 2,65%, rispetto al precedente 2,90%. La decisione, maturata nel corso della riunione del Consiglio direttivo, rappresenta una risposta ponderata alla progressiva discesa dell’inflazione e alla moderazione delle dinamiche salariali, ma anche un messaggio chiaro alle altre istituzioni europee: la politica monetaria da sola non basta. Serve un’azione concertata, strutturale e riformista per rilanciare un’Eurozona ancora fragile.
“La dinamica disinflazionistica è ben avviata”, ha sottolineato la Presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa. “A marzo sono diminuite sia l’inflazione complessiva sia quella di fondo. Anche i servizi, settore tradizionalmente più resistente ai cambiamenti di prezzo, hanno mostrato un rallentamento evidente”.
L’incertezza resta
I tecnici dell’Eurotower ritengono che l’inflazione convergerà stabilmente verso l’obiettivo del 2% nel medio termine. Un traguardo cruciale che giustifica l’attuale ciclo di tagli. La crescita dei salari, pur ancora significativa, è in fase di rallentamento e le imprese, in molti casi, stanno assorbendo parte degli aumenti, limitando l’impatto sui prezzi finali. Ma, come ha ricordato lo stesso comunicato della Bce, “le prospettive di espansione si sono deteriorate”. Sul blocco valutario da 22 membri pesa un’atmosfera globale segnata da tensioni commerciali, volatilità dei mercati e incertezze geopolitiche. La crescente propensione al risparmio e la riduzione della fiducia di famiglie e imprese sono indicatori chiave che segnalano un rischio reale di frenata economica.
“L’impatto dei dazi sull’inflazione non è ancora chiaro”, ha ammesso Lagarde, rispondendo alle domande dei giornalisti. “Sappiamo che si tratta di uno shock negativo sulla domanda e possiamo anticipare un certo impatto sulla crescita, ma non è ancora possibile determinarne l’effetto netto sull’inflazione”.
Bce prudente
Il messaggio lanciato da Francoforte è netto: la Bce continuerà a seguire un approccio “guidato dai dati”, rinunciando a qualunque vincolo predefinito sul percorso dei tassi. Le decisioni saranno adottate “riunione per riunione”, in base all’evoluzione della dinamica inflazionistica e all’intensità della trasmissione monetaria. Non è escluso, dunque, che possano esserci ulteriori tagli nei mesi successivi, se le condizioni lo permetteranno. La politica di riduzione dei portafogli Paa (Programma di acquisto di attività) e Pepp (Pandemic emergency purchase programme) prosegue intanto in modo “misurato e prevedibile”, con il mancato reinvestimento dei titoli in scadenza. Anche lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione resta sul tavolo, pronto a essere impiegato in caso di dinamiche di mercato “ingiustificate e disordinate”.
L’altra metà del discorso di Lagarde è stato dedicato alla politica. Per la Presidente della Bce è giunto il momento per l’Unione europea di muoversi con decisione anche sul piano strutturale: “Serve più velocità nella realizzazione delle riforme per la competitività, il mercato dei capitali e l’euro digitale”. È un appello che diventa quasi una chiamata alle armi per Commissione, Consiglio e Parlamento europeo.
Nel comunicato ufficiale della Bce si è letto chiaramente che “nell’attuale contesto geopolitico, è ancora più urgente che le politiche fiscali e strutturali rendano l’economia dell’area dell’euro più produttiva, competitiva e resiliente”. La ‘Bussola della competitività’ della Commissione europea rappresenta la roadmap da seguire, anche attraverso il completamento dell’Unione del risparmio e degli investimenti, e la definizione di un quadro normativo per l’introduzione dell’euro digitale.
Reazioni
Il taglio dei tassi è stato accolto positivamente da diverse realtà economiche e politiche italiane. Secondo la Cna, “può tradursi in un alleggerimento del peso del debito e in una politica del credito meno onerosa per famiglie e imprese, purché le banche trasferiscano gli effetti sulla clientela, specialmente su artigiani e piccole imprese”. Dello stesso avviso è Forza Italia, che con il deputato Maurizio Casasco si è detto favorevole all’intervento della Bce perché si tratta d “un passo importante per sostenere la competitività delle imprese e dare respiro a famiglie e lavoratori”. Ma il partito azzurro chiede un ulteriore taglio entro giugno e un monitoraggio attento del cambio euro/dollaro per evitare squilibri penalizzanti per l’export.
Tensioni con la Fed
L’intervento della Presidente dell’Eurotower arriva a poche ore da un attacco diretto di Donald Trump alla Federal Reserve americana: “Si muove sempre troppo tardi e in modo sbagliato”, ha dichiarato il Tycoon. Il riferimento è a una Fed giudicata da Trump troppo conservativa nel suo percorso di riduzione dei tassi. In contrasto, Lagarde ha ribadito il suo “grande rispetto” per il banchiere centrale statunitense Jerome Powell, mantenendo la consueta diplomazia istituzionale.