Il report già dal titolo: “FragilItalia” pone un problema sulla tenuta del sistema sociale del Paese. Le criticità che poi emergono dal Report FragilItalia “Disuguaglianze sociali e ascensore sociale”, realizzato da Area Studi Legacoop in collaborazione con Ipsos; evidenziano che in Italia c’è un aumento della percezione delle disuguaglianze, con preoccupazioni crescenti sulla possibilità di accesso ai servizi essenziali e mobilità sociale. Con una società sempre più in affanno e disorientata.
Sistema Coop un baluardo
I cittadini, sintetizzando il report che si basa su un sondaggio realizzato su un campione della popolazione italiana, sono più che sfiduciati nei confronti delle condizioni sociali e delle prospettive future per i propri figli, mentre il cosiddetto ‘Ascensore sociale’ è bloccato. Viene considerato in modo chiaro il declino del Paese sul quale bisogna intervenire rapidamente per evitare un ulteriore sfaldamento della coesione sociale. Resta come baluardo di tutele il sistema delle cooperative che sono valutate come necessarie per contrastare le disuguaglianze, sostenere le fasce sociali più deboli e nell’offrire opportunità di un lavoro stabile. Tuttavia nel presente restando al tema delle disuguaglianze, esse sono percepite come “cristallizzate”, mentre il futuro offre margini modesti per quanti vorrebbero raggiungere uno status sociale superiore.
Aspettative e polarizzazione
Per gli analisti dell’Area Studi della Legacoop si è determinata una polarizzazione delle aspettative, un sistema che vede, “una società polarizzata, con una ampia maggioranza degli italiani che si colloca nella parte inferiore della piramide sociale”, evidenzia Simone Gamberini, presidente di Legacoop, “con una forte consapevolezza delle disuguaglianze specialmente nell’accesso ai servizi essenziali . Il dato forse più preoccupante, tuttavia, riguarda le prospettive future se, nel ceto popolare, la quota di chi crede che i figli peggioreranno la propria posizione sociale è cresciuta di quindici punti in soli tre anni”.
Il Report FragilItalia
Lo studio “Disuguaglianze sociali e ascensore sociale”, è suddiviso in diversi capitoli. Il Report, infatti, mette a confronto la percezione attuale delle principali disuguaglianze sociali con quella risultante da un’analoga rilevazione condotta tre anni fa. Ne emerge una “classifica” che, se da un lato conferma le posizioni precedenti, segnala tendenze diverse di evoluzione della percezione relativa. Al primo posto si colloca l’aumento della povertà, indicata dal 57% degli intervistati (ma in calo di 4 punti percentuali rispetto al 2022), seguita dalla precarizzazione del lavoro, al 45% (-3 punti). Calo più deciso, di 10 punti, per la percezione relativa alla mancanza di lavoro e di opportunità per i giovani, che occupa la terza posizione con il 44%. Cresce, invece, di ben 9 punti la percezione di differenti possibilità di accesso ai servizi sanitari di qualità, che si colloca al quarto posto con il 41% delle indicazioni, seguita dalla percezione, rimasta invariata al 36%, di un’elevata difficoltà di crescita sociale per chi proviene da famiglie a basso reddito. Crescono anche la percezione delle discriminazioni di genere, che si colloca al sesto posto con il 30% (+ 1 punto) e, in modo decisamente più marcato, + 8 punti, quella relativa alla disuguaglianza nelle possibilità di accesso alla casa, che fa registrare il 26% di indicazioni.
Meno opportunità lavorative
C’è da riflettere su più aspetti, ad esempio, relativamente al dato medio, i ragazzi sotto i 30 anni percepiscano una maggiore crescita delle disuguaglianze legate alla mancanza di opportunità lavorative per i giovani (52% rispetto al 44%) e alle discriminazioni di genere (40% rispetto al 30%); mentre chi ha superato i 65 percepisce in modo più marcato della media le disuguaglianze relative all’aumento della povertà (63% rispetto al 57%), alle possibilità di accesso a servizi sanitari di qualità (50% rispetto al 41%) e alla casa (32% rispetto al 26%).
Le difficoltà per i figli
Il prossimo futuro viene percepito con una tendenza generale in peggioramento e con differenze in relazione al ceto di appartenenza. Tra gli appartenenti al ceto medio, il 32% (era il 35% nel 2022) pensa che i figli potranno migliorare la posizione rispetto alla famiglia di provenienza; il 52% (1 punto in meno) che la manterranno invariata; il 15% (3 punti in più) che scenderanno più in basso nella scala sociale. Nel ceto popolare, cala drasticamente, di 10 punti, la percentuale di chi esprime aspettative di miglioramento per i figli, che passa dal 37% al 27%; e cala di 5 punti, passando dal 40% al 35%, anche la quota di chi pensa che potranno mantenere la stessa posizione. Ma il dato che più colpisce nel ceto popolare è l’aumento di 15 punti, dal 23% al 38%, di chi ritiene che i figli scenderanno più in basso rispetto alla posizione sociale della famiglia di origine.
La frattura sociale
La seconda parte del report, dedicata alle fratture sociali più significative, sempre in confronto con la analoga rilevazione effettuata nel 2022, evidenzia per tutte un rafforzamento della percezione. Al primo posto la frattura tra ricchi e poveri, indicata dal 66% (5 punti in più), seguita da quella tra onesti e furbetti al 62% (1 punto in più), tra il popolo e le elite al 59% (+ 3), tra lavoro stabile e lavoro flessibile, tra italiani e immigrati, tra equità e disuguaglianza, tutte e tre al 49% (in crescita di 3 punti le prime due, di 4 punti la terza), tra le tasse e la libertà al 46% (+ 4), tra democrazia e poteri forti al 46% (+3), tra lavoratori e datori di lavoro al 45% (+3), tra diritto alla salute e imposizioni relative alla salute al 42% (+6).