Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’intenzione di imporre tariffe su scala globale, celebrando, il 2 aprile, quello che ha definito il “Giorno della Liberazione”. In passato, a Washington si discuteva di tariffe reciproche rivolte alle nazioni che impongono dazi sulle importazioni di beni e servizi statunitensi o con cui gli Stati Uniti registrano squilibri commerciali. Tuttavia, il presidente ha chiarito che questa nuova iniziativa avrà una portata più ampia. “Cominceremo con tutti i Paesi, poi vedremo cosa succede – ha spiegato Trump ai giornalisti, smentendo le voci secondo cui l’imposizione delle tariffe sarebbe limitata a un numero ristretto di nazioni – Non ho sentito parlare di 10 o 15 Paesi. Stiamo parlando di tutti i Paesi, senza eccezioni”. Fino a ora, si ipotizzava che le tariffe avrebbero colpito principalmente una dozzina di nazioni accusate di pratiche commerciali “sleali”. Questo presupposto derivava dalle dichiarazioni del Segretario al Tesoro, Scott Bessent, che aveva menzionato un gruppo di Paesi soprannominati i “Dirty 15”. Tuttavia, Trump ha ribadito che le misure saranno applicate su scala globale e ha anche promesso un approccio “più gentile” e “generoso” nei confronti delle nazioni che già impongono dazi agli USA. Il tycoon ha inoltre sottolineato che, sebbene gli Stati Uniti siano stati vittime di pratiche commerciali ingiuste, le nuove tariffe rappresentano un’opportunità per generare entrate significative per il Paese. “Ci hanno sfruttato come nessun altro nella storia, e saremo comunque più gentili di quanto loro lo siano stati con noi. Ma queste tariffe porteranno comunque grandi benefici economici per il Paese”, ha concluso.