Gli Stati Uniti stanno considerando l’importazione di uova dall’Europa per fronteggiare una grave carenza che ha fatto lievitare i prezzi nei supermercati. Paesi come Germania, Italia, Polonia e Svezia sono stati coinvolti nel tentativo di alleviare il problema, causato da un’epidemia di influenza aviaria. I produttori europei devono affrontare ostacoli legati a normative alimentari diverse: negli Stati Uniti le uova devono essere lavate e refrigerate, mentre in Europa vengono vendute non lavate. Hans-Peter Goldnick, presidente dell’Associazione tedesca delle uova, ha sottolineato queste differenze nei metodi di produzione. La Polonia, principale esportatore europeo di uova, ha ricevuto richieste dagli USA, ma la questione della pulizia rimane un problema significativo. Nel frattempo, paesi come Svezia e Norvegia hanno dichiarato di non avere eccedenze disponibili, mentre alcuni produttori europei stanno valutando l’offerta di alternative, come uova in polvere o prodotti derivati. L’Italia, anch’essa colpita dall’influenza aviaria, ha specificato di produrre uova esclusivamente per il mercato interno. La Germania, che già importa uova dall’Olanda, non può offrire un aiuto sostanziale. Fuori dall’Europa, Corea del Sud e Turchia hanno aumentato le esportazioni verso gli USA, mentre il Brasile ha intensificato le spedizioni di uova lavorate. Tuttavia, la diffusione della malattia di Newcastle limita il potenziale del paese sudamericano come fornitore principale. Per gestire la crisi, gli USA si sono concentrati sulla stabilizzazione delle forniture interne, con un calo dei prezzi all’ingrosso rispetto ai picchi di febbraio. Nonostante le tensioni commerciali e politiche tra Stati Uniti ed Europa, alcuni produttori europei hanno mostrato disponibilità a soddisfare la domanda americana. Goldnick ha evidenziato l’importanza di fornire supporto, soprattutto in vista della Pasqua, periodo di elevata richiesta di uova negli USA.
