lunedì, 31 Marzo, 2025
Attualità

Rapporto Censis 2024: la Tv resta la regina, ma l’Italia si divide tra nostalgia analogica e immersione digitale

Nonostante la crescente centralità del digitale, in Italia la televisione continua a regnare sovrana. È quanto emerge dal 20° Rapporto sulla Comunicazione del Censis, che fotografa un Paese sospeso tra l’affezione ai media tradizionali e l’inarrestabile avanzata delle tecnologie digitali. In un panorama sempre più ibrido e stratificato, il 94,1% degli italiani nel 2024 ha guardato la Tv, confermandola come il medium più capace di aggregare pubblico trasversale. Nel dettaglio, solo la Tv digitale terrestre segna una lieve flessione (-1,8%), mentre crescono la TV satellitare (47,7%, +2,6%), la web TV (58,4%, +2,3%) e la mobile TV (35,0%, +1,4%). La forza della televisione sta nella sua capacità di adattarsi e penetrare in tutti gli spazi della vita quotidiana, rimanendo un punto di riferimento anche in epoca di streaming e social.
La radio si conferma un mezzo ‘evergreen’: viene ascoltata dal 79,1% degli italiani, con incrementi lievi ma significativi sia nella versione tradizionale (46,8%, +1,3%) sia nella fruizione tramite smartphone (25,4%, +1,3%). L’autoradio resta il canale preferito (68,9%). La forza della radio sta nella sua capacità di trasformarsi e integrarsi con altri dispositivi e abitudini.

Digitale dominante

Nel 2024, il 90,1% degli italiani ha utilizzato internet (+1%), e l’89,3% si è connesso tramite smartphone (+1,2%). Crescono anche i social network, con un’impennata dell’utenza all’85,3% (+3,3%). Tra i giovani (14-29 anni), Instagram supera YouTube, mentre TikTok raggiunge il 64,2% contro il 35,4% della popolazione totale. WhatsApp è una certezza (87,4% dei giovani), seguito da Telegram (42,9%). L’emorragia di lettori della stampa tradizionale continua: solo il 21,7% degli italiani legge quotidiani cartacei, segnando un crollo del 45,3% rispetto al 2007. I settimanali scendono al 18,2% (-2,2%), i mensili restano stabili al 16,9%. I quotidiani online (30,5%) resistono, mentre crescono i lettori di siti di informazione (+2,9%). Torna negativa anche la lettura di libri cartacei (40,2%, -5,6%) e gli e-book restano fermi al 13,4%.
I telegiornali restano la prima fonte d’informazione (47,7%), seguiti da Facebook (36,4%), motori di ricerca (23,3%), Tv all news (18,9%) e siti di informazione (17,2%). Social come Instagram, YouTube e TikTok incalzano, ma il 75,5% degli italiani continua a ritenere l’informazione “imprescindibile”. Tuttavia, tra i giovani si nota un chiaro distacco dai media tradizionali (rifiutati dal 70,3%).

Libertà d’espressione sui social

Gli italiani si dividono sull’espressione libera online: il 55,9% è favorevole, ma con sfumature. Il 38,6% la vorrebbe “con qualche limite”, il 17,3% difende la libertà assoluta. Al contrario, il 40,4% chiede regole più chiare, e tra questi il 10,8% auspica una regolamentazione rigida. La democrazia digitale è insomma ancora un terreno da definire. Solo il 42,6% sa cosa sia un algoritmo. Una parte consistente degli italiani percepisce l’intelligenza artificiale e i sistemi automatici come strumenti poco trasparenti: il 59,9% si sente condizionato nei motori di ricerca e il 54,7% nei social. C’è anche chi li vede come strumenti di controllo o di sfruttamento, segno di un rapporto non risolto con la tecnologia.
Si registra una prima significativa flessione del fenomeno influencer: il 71,2% della popolazione dichiara di non seguirli. Tra i giovani, dove il dato scende al 51,4%, il “Pandoro Gate” ha lasciato il segno: il 34,4% ha modificato la propria opinione sui macro-influencer, segnando forse l’inizio di un’inversione di tendenza.

Spesa digitale in ascesa

Nel 2023 la spesa delle famiglie italiane ha superato i 1.240 miliardi di euro, tornando ai livelli pre-pandemia. Ma cambia la composizione: crolla la spesa per libri e giornali (-37,6%) e per i servizi d’informazione (-25,9%), mentre quintuplica quella per dispositivi informatici, che raggiunge 14,9 miliardi di euro.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Terremoto in Myanmar, oltre 1.600 morti: colpita anche Bangkok. L’ONU: “Coinvolte 20 milioni di persone”

Giuseppe Lavitola

Al via il bando ‘Donne e impresa’ per il sostegno alle imprese femminili

Ettore Di Bartolomeo

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.