Secondo quanto riportato dal Ministero della Difesa di Taiwan, un consistente schieramento di navi militari, aerei e droni cinesi ha attraversato lo spazio aereo e le acque circostanti l’isola autonoma tra domenica e lunedì. La Cina ha descritto tali manovre come una reazione alle recenti attività congiunte tra Stati Uniti e Taiwan. Le incursioni cinesi, ormai parte di operazioni quotidiane, mirano a logorare le difese dell’isola. Tuttavia, la maggior parte dei 23 milioni di abitanti di Taiwan respinge le rivendicazioni di sovranità di Pechino e le sue minacce. Le motivazioni di questo recente schieramento cinese rimangono incerte, con discrepanze tra le dichiarazioni taiwanesi e statunitensi. Il portavoce cinese Mao Ning ha giustificato le esercitazioni come una risposta al sostegno straniero verso l’indipendenza di Taiwan, definendole “necessarie e legittime” per proteggere la sovranità e l’integrità territoriale della Cina. Mao ha inoltre accusato gli USA di inviare segnali errati a Taiwan, facendo riferimento a modifiche sul sito web del Dipartimento di Stato americano. Il presidente taiwanese, William Lai, ha definito la Cina una “forza ostile” e ha annunciato nuove misure per contrastare le attività di sovversione cinesi. Lo Stretto di Taiwan, cruciale per il commercio globale, è riconosciuto come acque internazionali. Sebbene la Cina non ostacoli la navigazione civile, si oppone fermamente alle operazioni militari USA e di altre forze navali nella regione. Nel frattempo, sabato, Pechino ha respinto le critiche del G7, che aveva condannato le sue azioni come destabilizzanti e orientate alla militarizzazione degli avamposti. La Cina ha definito tali dichiarazioni “arroganti e malintenzionate”. Di fronte alla crescente pressione, Taiwan sta intensificando le proprie capacità difensive, acquistando nuovi armamenti dagli Stati Uniti e sviluppando la propria industria bellica, inclusi sottomarini e altre tecnologie militari avanzate.
