A gennaio 2025 l’industria italiana ha registrato un incremento del 3,2% rispetto al mese precedente, secondo i dati diffusi ieri dall’Istat. Ma, su base annua, la produzione industriale ha segnato un calo dello 0,6%, evidenziando un quadro economico ancora incerto. Tra i settori più colpiti spicca la fabbricazione di mezzi di trasporto, con una flessione del 13,1%, seguita dal comparto tessile, che perde il 12,3%. L’incremento della produzione industriale rispetto a dicembre 2024 si deve principalmente alla crescita nei comparti dei beni strumentali (+4,1%), dei beni intermedi (+4,0%) e dei beni di consumo (+2,6%). L’unico settore in flessione è quello dell’energia, che segna un -3,4%.
Su base trimestrale, la produzione industriale è rimasta stabile: il livello di attività del trimestre novembre-gennaio non mostra variazioni rispetto ai tre mesi precedenti. Questo suggerisce che la crescita di gennaio potrebbe essere parzialmente influenzata da fattori stagionali e non ancora indicativa di una ripresa strutturale.
Il confronto annuale
Al netto degli effetti di calendario – che tengono conto del fatto che gennaio 2025 ha avuto un giorno lavorativo in meno rispetto a gennaio 2024 (21 contro 22) – la produzione industriale ha registrato un calo dello 0,6%. La flessione riguarda quasi tutti i principali settori, con l’eccezione dei beni di consumo, che mostrano un lieve aumento dello 0,4%.
I comparti in maggiore difficoltà sono: fabbricazione di mezzi di trasporto (-13,1%), industrie tessili (-12,3%), fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-6,2%).
Al contrario, i settori che registrano le migliori performance sono: produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+21,7%), industria del legno, della carta e stampa(+6,2%), fabbricazione di prodotti chimici (+4,3%).
Le ragioni dietro il calo
L’industria automobilistica, con una contrazione del 13,1%, ha risentito del calo della domanda internazionale e delle difficoltà legate alla transizione energetica, che impone investimenti elevati e modifica le strategie produttive delle case automobilistiche. Il comparto tessile, in flessione del 12,3%, continua a soffrire della concorrenza estera e della riduzione dei consumi interni, mentre il settore dell’energia registra una contrazione del 3,4% su base mensile e dello 0,8% su base annua, riflettendo una minore domanda nel periodo invernale.
Dal gennaio 2025, la base di calcolo dell’indice di produzione industriale è stata aggiornata all’anno 2024, mentre la base di riferimento rimane il 2021, in linea con gli altri indicatori congiunturali. L’indice continua a essere calcolato con il metodo del concatenamento, introdotto nel 2022 per migliorare la rappresentatività dei dati.
Analisi e prospettive future
L’aumento congiunturale della produzione industriale a gennaio è un segnale positivo, ma la tendenza su base annua evidenzia difficoltà ancora presenti nel settore. La volatilità dell’indice negli ultimi mesi è stata influenzata dalla particolare disposizione dei giorni lavorativi, rendendo difficile individuare un trend chiaro.Le prospettive per i prossimi mesi dipenderanno dall’andamento della domanda interna ed estera, oltre che dalle condizioni economiche generali. I settori in crescita, come quello farmaceutico, potrebbero continuare a trainare la produzione, mentre quelli in crisi, come l’auto e il tessile, necessiteranno di misure di sostegno per recuperare competitività.