Salutando dalla sommità di un veicolo nero, circondato da una folla festante, il presidente siriano Ahmed al-Sharaa è stato accolto come un eroe durante la sua prima visita a Latakia, un tempo baluardo della famiglia Assad, il cui regime è stato rovesciato due mesi fa. Successivamente, Sharaa è apparso su un balcone a Tartus, un’altra ex roccaforte degli Assad, dove è stato applaudito da centinaia di sostenitori. “Il suo carisma è evidente in tutte le comunità”, ha affermato Charles Lister del Middle East Institute. Tuttavia, Burcu Ozcelik del Royal United Services Institute ha osservato che queste scene potrebbero essere state “organizzate per alimentare un senso di entusiasmo nazionale”. Oltre a Latakia e Tartus, Sharaa ha incontrato leader locali ad Aleppo e nella sua ex roccaforte di Idlib, visitando anche campi per sfollati. Le nazioni occidentali osservano con cautela l’ascesa di Sharaa, un ex leader jihadista con legami con gruppi estremisti, che ora si presenta come un riformatore impegnato a costruire una Siria inclusiva. Nonostante il cambio di leadership, permangono dubbi sulla capacità del nuovo governo di distanziarsi dalle sue radici islamiste. Tuttavia, Sharaa ha compiuto passi significativi per rassicurare i leader occidentali sul suo impegno verso una Siria stabile e non minacciosa per la comunità internazionale. “Ci sono ancora scetticismi riguardo alla transizione”, ha dichiarato Ozcelik, sottolineando però che questa trasformazione rappresenta un’opportunità per il popolo siriano e per il mondo. Sharaa sta concentrando i suoi sforzi su colloqui con leader globali, tra cui il primo ministro canadese Justin Trudeau e il presidente russo Vladimir Putin. Il Cremlino ha definito il dialogo “costruttivo”. Recentemente, una delegazione russa ha visitato Damasco, segnando il primo incontro ufficiale dopo la caduta di Assad, ora in esilio a Mosca.
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