Secondo una dichiarazione rilasciata dal Segretario alla Difesa USA, Pete Hegseth, e presentata in tribunale lunedì, l’esercito statunitense non permetterà più l’arruolamento di persone transgender e sospenderà le procedure legate alla transizione di genere per i militari. Il presidente Donald Trump ha firmato il mese scorso un ordine esecutivo che mira specificamente alle truppe transgender, affermando che un uomo che si identifica come donna “non è coerente con l’umiltà e l’altruismo richiesti a un membro del servizio”. “Con effetto immediato, tutte le nuove accessioni per individui con una storia di disforia di genere sono sospese – ha affermato Hegseth in una nota – Tutte le procedure mediche programmate, non programmate o pianificate, relative alla transizione di genere per i membri del servizio sono sospese”. L’esercito conta circa 1,3 milioni di personale in servizio attivo. I sostenitori dei diritti LGBT+ stimano che ci siano fino a 15.000 membri transgender nel servizio, mentre per le autorità il numero si riduce a poche migliaia. Un sondaggio Gallup, pubblicato lunedì, ha mostrato che il 58% degli americani è favorevole al servizio militare di persone transgender, un sostegno in diminuzione rispetto al 71% nel 2019. La scorsa settimana, un giudice statunitense ha chiesto agli avvocati dell’amministrazione Trump di garantire che i sei militari, promotori di una causa per bloccare l’ordine esecutivo, non vengano rimossi dal servizio. Le organizzazioni per i diritti civili avevano richiesto un’ordinanza restrittiva temporanea dopo che un militare aveva riferito di essere stato informato di dover essere classificato dall’esercito come uomo. Miriam Perelson, una donna transgender di 28 anni in servizio a Fort Jackson, South Carolina, ha raccontato di essere stata costretta a lasciare la zona notte riservata alle truppe femminili, di aver ricevuto una branda in un’aula vuota e di non poter usare i bagni femminili.