venerdì, 7 Febbraio, 2025
Attualità

Polizze rischi catastrofali, bisogna partire

Secondo l’Ania, il 40% delle case del nostro Paese è situato in zona a rischio sismico medio o elevato e nel complesso l’80% delle abitazioni italiane è a rischio. Eppure le polizze a copertura dei danni causati da catastrofi naturali, coprono solo il 6% delle abitazioni italiane e solo il 5% delle imprese.

L’Eiopa, l’autorità europea di vigilanza su assicurazioni, misurando il rapporto tra esposizione al rischio e grado di copertura assicurativa, ha posizionato l’Italia all’ultimo posto nella graduatoria per mancata copertura. Esiste da sempre, ormai è incontestabile, un grave gap di protezione per le imprese italiane. Anche secondo l’Ivass (l’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni), meno del 5% delle aziende italiane dispone di una copertura contro i rischi terremoti e alluvioni, meno del 4% delle microimprese.

Iniziativa del governo Meloni

Questa situazione di insicurezza ha assestato botte mortali ai conti pubblici, avendo lo Stato fatto fronte con importi sempre più ingenti. Per questo, finalmente e giustamente, il Governo Meloni ha introdotto con la legge di Bilancio 2024, la n. 213/2023 (articolo 1, commi 101.112), l’obbligo per le imprese di stipulare polizze contro calamità naturali.

“L’iniziativa legislativa ha rappresentato un’importante innovazione per almeno due ordini di motivi – ha spiegato Riccardo Cesari, consigliere Ivass (Autorithy di vigilanza assicurativa) – : innanzitutto, è la prima legge che affronta, in Italia, una questione di estrema importanza, a cui altri paesi, in Europa e nel mondo (Francia, Spagna, Belgio, Regno Unito, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Turchia, Giappone, solo per fare qualche esempio) da tempo hanno dato risposte strutturali, per quanto tra loro eterogenee; in secondo luogo, dopo anni di studi, proposte e disegni di legge per la protezione degli edifici residenziali la legge impone la copertura sugli immobili commerciali e gli impianti produttivi, motore dell’intera economia nazionale”.

Avere a cuore la sicurezza

Si chiede ora da varie parti (ANIA l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, parte della politica e del governo e Federproprietà, l’associazione che raccoglie decine di migliaia di proprietari di immobili) l’estensione dell’obbligatorietà di questo tipo di polizza anche per i proprietari di casa.

Purtroppo però c’è ancora chi blocca il progetto, considerando il premio da pagare come un’ulteriore tassa.

Sul tema in verità c’è sempre stato un acceso dibattito non solo all’interno del parlamento, ma anche tra esponenti di governo e persino all’interno dei singoli partiti. Basta ricordare le recenti prese di posizione del Ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci e di alcuni suoi colleghi di governo di centrodestra, questi ultimi probabilmente influenzati da coloro che non vedono di buon occhio l’alleanza pubblico-privato, che sarebbe l’unica strada da imboccare … e non solo in questo settore.

Se si pensa che il patrimonio assicurabile è stimato in 4mila miliardi di euro, con perdite attese di quasi 2 miliardi annui per il settore assicurativo, non si capisce perché proprio Confindustria che dovrebbe avere a cuore la sicurezza delle imprese, per voce del suo presidente Emanuele Orsini, sta facendo resistenza per procrastinare ulteriormente la operatività della legge che prevede appunto l’obbligatorietà della polizza assicurativa.

Mitigare il rischio anche del credito

Questo atteggiamento appare incomprensibile anche perché, come ha riconosciuto il Presidente del Gruppo Nsa, Federico Papa nel corso dell’evento “Il Credito di domani per le Pmi”, nel 2024 lo Stato italiano ha intrapreso due iniziative significative in ambito assicurativo, entrambe mirate a rafforzare le tutele per le imprese, spesso carenti, in caso di calamità naturali e non solo, oltre all’obbligo normativo, già a febbraio dello scorso anno Banca d’Italia ha invitato gli istituti di credito a considerare, nel processo di concessione dei finanziamenti, i rischi operativi e le coperture assicurative delle Pmi. Un approccio che aiuta a mitigare il rischio di credito per le banche e consente anche alle imprese ben assicurate di accedere a finanziamenti a condizioni più vantaggiose”.

Verifiche sulle assicurazioni

Le banche cioè nella loro istruttoria di concessione del credito dovranno verificare se un’azienda è assicurata correttamente al fine di ridurre i costi di finanziamento nell’interesse della stessa impresa cliente.

Occorrerà, quindi, da un canto mettere in moto un’azione di sensibilizzazione nei confronti delle imprese perché adottino misure di prevenzione, dall’altro, sopratutto, sollecitare il governo a varare il decreto di applicazione dell’obbligo assicurativo.

Solo cosi potrà partire finalmente quell’alleanza tra pubblico e privato da tutti e da sempre auspicato.

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