lunedì, 27 Gennaio, 2025
Attualità

Il Papa: “Mai negare l’orrore della Shoah”

Bergoglio e il ‘Giorno della Memoria’: “Bisogna debellare ogni forma di antisemitismo

“L’orrore dello sterminio di milioni di persone ebree e di altre fedi non può essere dimenticato né negato. Guerre e ingiustizie non avranno mai l’ultima parola”: così nella mattinata di ieri il Papa si è espresso in merito alla ‘Giornata della Memoria’, che ricorre oggi, 27 gennaio. Nel giorno in cui ha presieduto la Celebrazione Eucaristica nella Basilica di San Pietro, in occasione della Domenica della Parola di Dio e del Giubileo del Mondo della Comunicazione, Francesco ha colto l’occasione per tornare a esprimersi su tanti temi delicati.

Conflitto in Sudan

È stato un weekend denso per il Pontefice, che già sabato, nella basilica di San Paolo fuori le mura, aveva presieduto la celebrazione dei Secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo apostolo, a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani sul tema ‘Credi tu questo?’. Dopo aver discusso la reale possibilità di una Pasqua congiunta dei calendari Giuliano e Gregoriano, che segnerebbe un momento di reale incontro tra tutti i cristiani della Terra, il Santo Padre ha detto la sua su alcuni dei conflitti principali a oggi in corso. Al termine dell’Angelus di ieri ha fatto riferimento al conflitto in Sudan che nell’immediato “sta causando la più grave crisi umanitaria nel mondo, con conseguenze drammatiche anche nel Sud del Paese”. Bergoglio ha così rinnovato l’appello “affinché cessino le ostilità e accettino di sedere a un tavolo di negoziati”, esortando “la comunità internazionale a fare tutto il possibile e ad aiutare a trovare al più presto le strade per la pace”. Si è poi rivolto anche alla Colombia: “Guardo con preoccupazione alla situazione della nazione sudamericana, in particolare nella regione del Catatumbo, dove gli scontri tra gruppi armati hanno provocato tante vittime e più di 30 mila sfollati. Esprimo la mia vicinanza a loro e prego”.

Giornata della memoria

Non è mancato in seguito il giusto e doveroso riferimento all’odierna ‘Giornata della Memoria’, ricorrenza fondamentale per l’identità di tutti gli europei. Infatti, a ottant’anni esatti dalla liberazione dei superstiti nel campo di concentramento di Auschwitz, Francesco ha ribadito l’importanza di ricordare l’Olocausto, ma soprattutto di non negarlo. È questa un’espressione importante e significativa, soprattutto in un momento in cui grandi personalità pubbliche riscrivono a loro piacimento il corso della Storia. Ha poi concluso: “Rinnovo il mio appello affinché tutti collaborino a debellare la piaga dell’antisemitismo, insieme a ogni forma di discriminazione e persecuzione religiosa. Costruiamo insieme un mondo più fraterno, più giusto, educando i giovani ad avere un cuore aperto a tutti, nella logica della fraternità, del perdono e della pace”. Infine, il Vicario di Cristo ha ricordato anche la Giornata mondiale dei malati di lebbra, che ricorre ogni 26 gennaio, esortando “quanti operano in favore dei colpiti di questa malattia a proseguire il loro impegno aiutando anche chi guarisce a reinserirsi nella società”. Per il Santo Padre è infatti importante che anche coloro che patiscono questo male “non siano emarginati”.

“Narratori di sapienza”

C’è stato anche il tempo di rivolgere un saluto ai giornalisti, cui Francesco ha deciso di dedicare parole molto importanti: “E saluto tutti voi provenienti dall’Italia e da tante parti del mondo. In particolare saluto i giornalisti e gli operatori della comunicazione che hanno vissuto in questi giorni il loro Giubileo: li esorto ad essere sempre narratori di speranza”.

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