“Investire sui medici per salvare il Servizio sanitario nazionale”. Con questo slogan i medici, dipendenti e convenzionati, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali, i medici del territorio, gli specializzandi daranno vita a una mobilitazione unitaria che muoverà i primi passi sabato 25 gennaio a Roma. Un appuntamento che vedrà la presenza anche dei direttivi nazionali delle sigle promotrici ANAAO ASSOMED – CIMO-FESMED – ALS – GMI – FIMMG – FIMP – SUMAI – SMI – SNAMI – FTM; “per condividere azioni unitarie al fine di dare voce ai diritti dei professionisti.
L’iniziativa ha il sostegno della Fnomceo e la partecipazione di Cittadinanzattiva”.
L’assemblea e la stampa
L’incontro si terrà sabato 25 gennaio alle 10 al Centro Congressi Roma Eventi Piazza di Spagna (Via Alibert, 5). Nel ruolino di marcia degli organizzatori è prevista la conferenza stampa dei segretari nazionali delle sigle sindacali che illustreranno ai giornalisti il pacchetto di iniziative.
Blocco assunzioni da 10 anni
Trani temi che saranno sollevati e rappresentano una forte criticità è il record italiano di medici anziani in Europa. “Un dato che conosciamo e avevamo elaborato da tempo, conseguenza della politica del blocco assunzionale e formativo durato 10 anni che ha distrutto un’intera generazione di medici”, attacca Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, “rispetto all’analisi Eurostat che vede l’Italia come il Paese europeo con la quota più alta di medici anziani in servizio: il 26,7% nel 2022 aveva età pari o superiore a 65 anni, e insieme alla Bulgaria deteneva il primato per la presenza di over 55”.
La “gobba” pensionistica
“Oggi paghiamo”, prosegue il segretario nazionale Anaao Assomed, “da un lato il prezzo di quanto sottratto negli anni dal 2005 al 2015, dall’altro la scarsa appetibilità attuale del mondo del lavoro, che allontana anche i più giovani dalla professione (basti pensare allo scarso appeal di alcune scuole di specializzazione)”. “Il rischio”, conclude Di Silverio, “è non avere a disposizione a breve una classe dirigente pronta a sopperire alla gobba pensionistica che vedrà il suo apice nel 2026. Servono specialisti, servono oggi e serve rendere appetibile e sicura la professione”.