martedì, 21 Gennaio, 2025
Attualità

Rapporto Oxfam: ricchi più protagonisti e 3,5 miliardi di indigenti più marginali

In Italia il 10% ha beni per oltre 8 volte la ricchezza della metà più povera

Diventa un miraggio la possibilità che la ricchezza possa essere distribuita in modo più equo. Anche il 2024 segna l’iperbole della denaro che affluisce in poche mani mentre la povertà aumenta. È la sintesi del rapporto Oxfam che segnala le disuguaglianze nel mondo. Stessa musica in Italia, a metà del 2024, il 10% più ricco dei nuclei familiari – titolare di quasi tre quinti della ricchezza netta del Paese – ha beni per oltre 8 volte la ricchezza della metà più povera delle famiglie. Una forbice che si amplia di anno in anno in Italia così come nel mondo. In più circa 3,5 miliardi di persone vivono sotto la soglia di povertà. “L’obiettivo”, commenta Roberto Barbieri, direttore Oxfam Italia, “di un’economia più inclusiva e una società più dinamica ed equa si allontana”.

Cresce la ricchezza di pochi

Nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta, in termini reali, di 2 mila miliardi di dollari, pari a circa 5,7 miliardi di dollari al giorno, a un ritmo tre volte superiore rispetto all’anno precedente. Ogni settimana, in media, si sono configurati 4 nuovi miliardari.

Allo stesso tempo il numero assoluto di individui che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è lo stesso del 1990, poco più di 3,5 miliardi di persone e, alle tendenze attuali, ci vorrebbe più di un secolo per portare l’intera popolazione mondiale sopra tale soglia.

Povertà ingiusta, ricchezza immeritata

Dati e valutazioni sono nel rapporto Oxfam dal titolo: “Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata”, pubblicato in concomitanza con l’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos e con l’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump.

Anche il rallentamento del tasso di riduzione della povertà estrema, come segnala il rapporto, ossia una condizione in cui versa chi non dispone di risorse superiori a 2,15 dollari al giorno; tende a consolidarsi, allontanando l’obiettivo di eliminare la povertà globale entro il 2030.

I miliardari crescono

Lo scorso anno il numero di miliardari è salito a 2.769 rispetto ai 2.565 del 2023.

Nel 2024 Oxfam prevedeva la comparsa del primo trilionario entro un decennio, ma al tasso attuale di crescita della ricchezza estrema di trilionari ne avremmo cinque. I dati indicano infatti una crescita rutilante dei capitali e dei protagonisti della finanza. “Il valore dei loro patrimoni è aumentato da 13.000 a 15.000 miliardi di dollari in soli 12 mesi. Si tratta del secondo più grande incremento annuo di ricchezza riscontrato da quando i patrimoni miliardari sono monitorati”, sottolinea Oxfam,

“L’anno scorso la ricchezza dei 10 uomini più facoltosi al mondo è cresciuta, in media, di quasi 100 milioni di dollari al giorno. Qualora il 99% dei loro patrimoni ‘evaporasse’ da un giorno all’altro, rimarrebbero comunque miliardari”.

Amitabh Behar: poteri e mercati

La crescita della ricchezza :dei miliardari è “in parte riconducibile a sistemi di relazioni clientelari e, soprattutto, intrecciata con l’immenso potere di mercato esercitato dalle imprese che controllano o dirigono”, fa presente Amitabh Behar, direttore esecutivo di Oxfam International. “Molti dei cosiddetti ‘self-made men’ sono in realtà eredi di grandi fortune, tramandate per generazioni. E’ per questo, ad esempio, che la tassazione irrisoria o nulla delle grandi eredità è contraria a qualsiasi criterio di equità e non fa che perpetuare un sistema in cui ricchezza e potere restano nelle mani di pochi. Nel frattempo risorse pubbliche essenziali per migliorare l’istruzione, la sanità e creare posti lavoro, soprattutto nei Paesi più poveri e sfruttati, continuano a fluire verso i conti bancari più ricchi del pianeta”.

Barbieri: posizioni di privilegio

“L’incapacità di contenere la concentrazione di ricchezza tende a consolidare il potere nelle mani di pochi e generare paperoni trilionari”, commenta Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia. “Un’inversione di tendenza è necessaria ma il contesto politico la complica”, si fa presente nel rapporto, “La precarizzazione economica e la marginalizzazione culturale di ampie fasce della popolazione favoriscono proposte politiche identitarie – come quelle che si vanno radicando negli Stati Uniti, con la rielezione di Donald Trump, e nel vecchio continente – che mirano a creare artificiose contrapposizioni tra gli emarginati”.

Si allontana l’equità sociale

“Una strategia”, osserva ancora Roberto Barbieri, “che permette di tenere in secondo piano il mancato raggiungimento di risultati economico-sociali a beneficio dei più vulnerabili, mentre persegue politiche che avvantaggiano chi è già in posizione di privilegio. Così, l’obiettivo di un’economia più inclusiva e una società più dinamica ed equa si allontana”.

La ricchezza globale non solo è fortemente concentrata al vertice, ma in gran parte deriva anche da rendite di posizione. Oltre 1/3 (il 36%) delle fortune dei miliardari deriva da eredità. “Tutti i miliardari del mondo sotto i 30 anni hanno ereditato i propri patrimoni, una prima ondata di quello che è stato soprannominato ‘il grande trasferimento di ricchezza’, per cui si prevede che nei prossimi due o tre decenni più di 1.000 miliardari lasceranno oltre 5.200 miliardi di dollari ai propri eredi”.

Mondo, divario Nord-Sud

Il sistema economico per OxFam, va caratterizzandosi per “forme di moderno colonialismo che condizionano i rapporti economici tra il Nord ed il Sud Globale, con i Paesi ad alto reddito che controllano il 69% della ricchezza globale, nonostante rappresentino appena il 21% della popolazione del pianeta”.

Salari più bassi del 90%

Molteplici i meccanismi di estrazione di ricchezza dal Sud perpetrati dal Nord. Il predominio delle valute del Nord nel sistema dei pagamenti internazionali e i costi di finanziamento più bassi nei Paesi ricchi sono alla base di forti squilibri nei flussi di redditi da capitale tra le economie avanzate e il Sud: ogni anno il Nord “estrae” quasi 1.000 miliardi di dollari dal Sud. Un'”estrazione” di cui beneficia l’1% piu’ ricco nel Nord, per 30 milioni di dollari ogni ora. Il Sud del mondo contribuisce per il 90% alla forza lavoro globale, ma riceve solo il 21% del reddito da lavoro aggregato. I gap salariali, annota Oxfam, sono marcati: si stima che i salari dei lavoratori del Sud siano inferiori dell’87-95%, a parità di competenze, rispetto a quelli del Nord.

Bilanci per pagare i debiti

I Paesi a basso e medio reddito spendono oggi in media quasi la metà del loro bilancio per rimborsare il debito estero contratto spesso con ricchi creditori di New York e Londra. A metà del 2023, il debito globale ha raggiunto il livello record di 307.000 miliardi di dollari e sono 3,3 miliardi le persone che vivono in Paesi che spendono più per ripagare il debito che per istruzione e sanità.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Netanyahu a Washington: America e Israele sono unite, oggi, domani e sempre

Ettore Di Bartolomeo

Abi: in crescita i prestiti a famiglie e imprese

Lorenzo Romeo

Cgia, 70mld per salvare imprese e famiglie

Gianmarco Catone

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.