lunedì, 20 Gennaio, 2025
Esteri

A Gaza è tregua. Hamas consegna i primi ostaggi. Libere le tre ragazze, Doron, Emily e Romi

Le loro madri verso il confine per il primo abbraccio in attesa dell'elisoccorso. Al Jazeera: liberi 69 donne e 21 minori palestinesi. Scontenta l’ultradestra israeliana

“Abbiamo le tre ragazze, Doron, Emily e Romi”: lo ha dichiarato ieri pomeriggio la Croce Rossa poco prima di consegnarle nelle mani delle forze israeliane. Alle madri delle 3 ragazze prese in ostaggio da Hamas è stato chiesto di recarsi al punto d’incontro in una base vicino al confine con Gaza. Da lì accompagneranno le figlie mentre vengono portate in ospedale. Una fonte della sicurezza ha confermato al Jerusalem Post che le tre ragazze sono state consegnate alla Croce rossa che le consegnerà all’Idf. Un paio di elicotteri sono pronti ad accoglierle per portarle nel kibbutz di Reim dove è stato allestito un centro militare per un primo check medico.

69 donne e 21 minori palestinesi liberi

Dall’altra parte, Al Jazeera ha ottenuto e reso noto l’elenco dei nomi dei 90 prigionieri palestinesi che saranno rilasciati in cambio. L’elenco – scrive l’emittente – comprende 69 donne e 21 minori, 76 prigionieri provenienti dalla Cisgiordania e 14 da Gerusalemme est. Tra i nomi c’è anche quello di Khalida Jarrar, parlamentare palestinese membro di spicco del fronte popolare per la liberazione della Palestina.

I bombardamenti si sono fermati. Pronti 2.000 camion di aiuti

Finalmente, quindi, “Su Gaza è scesa la quiete, i bombardamenti si sono fermati”, secondo quanto riferito dai residenti della Striscia. L’Ufficio del Premier israeliano ha annunciato l’entrata in vigore del cessate il fuoco a Gaza a partire dalle 11.15 di ieri mattina (le 10.15 in Italia) dopo aver confermato di aver ricevuto i nomi dei tre ostaggi. “Le autorità egiziane hanno aperto il valico di Rafah per consentire l’ingresso di 50 ambulanze per la prima volta in 261 giorni dopo l’occupazione della parte palestinese da parte di Israele”, ha riferito una fonte all’ANSA. “Le forze israeliane, stanziate davanti al valico dal lato palestinese, si sono ritirate a circa 2 chilometri dal luogo, aprendo la strada all’uscita dei feriti e all’ingresso degli aiuti”, si è limitata ad aggiungere la fonte.
Allo stesso tempo la tv pubblica egiziana Al Qaera ha scritto su X che “2.000 camion che trasportano aiuti umanitari e merci sul lato egiziano del valico di Rafah si stanno preparando a entrare a Gaza”. Gli automezzi “trasportano cibo, vestiti, forniture mediche, tende, prodotti per l’igiene e altri articoli di prima necessità”. Il valico di Rafah era rimasto chiuso dal maggio dell’anno scorso, quando le forze armate israeliane compirono un’operazione militare nella città prendendo il controllo del lato palestinese del valico.

Scontento e dimissioni dell’estrema destra

Ma la notizia non convince tutti in Israele. Il partito Potere ebraico del ministro della sicurezza israeliano Itamar Ben Gvir, di estrema destra, ha annunciato la sua uscita dalla coalizione che sostiene il governo Netanyahu. Anche il ministro Bezalel Smotrich ha minacciato: “Rovescerò il governo se non tornerà a combattere in un modo che ci porti a prendere il controllo dell’intera Striscia e a governarla”, attaccando il capo di Stato maggiore dell’ Idf Herzi Halevi e definendolo “debole nella strategia”. Nelle scorse settimane il premier Benjamin Netanyahu ha sottolineato che Israele non ha intenzione di conquistare o occupare permanentemente la Striscia di Gaza.

Tajani in Israele e Palestina, “impegno Italia per pace”

Oggi il vice presidente del consiglio e ministro degli affari esteri Antonio Tajani è atteso in missione in Israele e Palestina, dove incontrerà il presidente israeliano, Isaac Herzog, il ministro degli affari esteri, Gideon Sàar, e il suo omologo palestinese, Mohammed Mustafa. “La mia visita vuole testimoniare l’impegno dell’ Italia per consolidare la pace tramite il dialogo e per costruire un futuro di speranza in Medio Oriente” ha dichiarato il ministro Tajani. “Bisogna capire che il cessate il fuoco, in queste prime fasi, é ancora fragile e bisogna fare il possibile per sostenere le parti. A mano a mano che, da un lato, aumenterà il flusso di ostaggi che tornerà a casa e, dall’altro il flusso degli aiuti alimentari ed energetici, dovremo far crescere la fiducia reciproca e la voglia di porre definitivamente fine al conflitto. Sarà molto difficile, ma è ciò su cui dobbiamo lavorare”. “L’Italia – ha concluso Tajani – con la Ue e con i paesi amici arabi sarà impegnata in questa lunga maratona per costruire la pace”.

Papa Francesco ringrazia i mediatori, “si lavori ai 2 Stati”

“Esprimo gratitudine a tutti i mediatori: è un bel lavoro questo di mediare perché si faccia la pace”. Lo ha detto il papa all’ Angelus parlando della tregua tra Israele e Gaza. “Ringrazio tutte le parti coinvolte in questo importante risultato”, ha aggiunto lanciando un appello: “Auspico che quanto è stato concordato venga rispettato subito dalle parti”. “Auspico che le autorità politiche di entrambi”, ha detto ancora il Papa riferendosi a Israele e Palestina, “con l’aiuto della comunità internazionale possano raggiungere la giusta soluzione per i due Stati. Tutti possano dire sì al dialogo, sì alla riconciliazione, sì alla pace”.

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