lunedì, 20 Gennaio, 2025
Attualità

Il Papa: “Medioriente, grazie a tutti i mediatori. Ora si rispetti la tregua per la giusta soluzione per i due Stati”

Bergoglio all’Angelus chiede di pregare “per tutte le popolazioni che soffrono per le guerre”

Ha voluto ringraziare tutti i mediatori che hanno fatto sì che a Gaza ci fosse la tregua. Lo ha fatto ieri il Papa durante l’Angelus della domenica: “Esprimo la mia gratitudine, è un bel lavoro quello di mediare per fare la pace”, ha detto Francesco affacciato dal Palazzo Apostolico in una Roma tipicamente invernale, sottolineando l’importanza che il cessate il fuoco venga rispettato da tutte le parti ed esprimendo il desiderio che “tutti gli ostaggi possano tornare finalmente a casa per riabbracciare i loro cari, prego tanto per loro e per le loro famiglie”. Il Pontefice ha poi ribadito la necessità di far giungere rapidamente gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, che vive in una situazione di emergenza drammatica. “Gli israeliani e i palestinesi hanno bisogno di chiari segni di speranza”, ha affermato, invitando le autorità politiche di entrambe le parti, con l’aiuto della comunità internazionale, a perseguire con determinazione una giusta soluzione per i due Stati, ribadendo che l’unica strada per porre fine al conflitto è quella della cooperazione e del dialogo. Ha poi chiesto alla folla di unirsi alla preghiera “per il dialogo, la riconciliazione e la pace”.

Non solo Gaza

Il messaggio del Santo Padre non si è limitato alla questione israelo-palestinese. Francesco ha esteso le sue preghiere a tutte le popolazioni colpite dai conflitti, citando in particolare l’Ucraina, il Myanmar e altre zone del mondo in guerra: “Preghiamo sempre per la martoriata Ucraina, per la Palestina, Israele, il Myanmar e per tutte le popolazioni che soffrono per la guerra”, ha detto, sottolineando il bisogno urgente di soluzioni di pace che portino speranza a chi vive situazioni di violenza e privazioni. Papa Francesco ha anche menzionato un gesto significativo degli ultimi giorni: la liberazione di un gruppo di detenuti dalle carceri cubane. Ha definito questo evento “un gesto di grande speranza”, augurandosi che simili iniziative possano moltiplicarsi nel mondo nei prossimi mesi. Questi atti, ha spiegato, “infondono fiducia al cammino delle persone e dei popoli”, contribuendo a costruire un clima di maggiore solidarietà globale.

Il Vangelo come segno di sovrabbondanza

Il Pontefice ha iniziato il suo discorso domenicale riflettendo sul Vangelo del giorno, che narra il miracolo di Gesù alle nozze di Cana. “Quando il vino viene a mancare, Dio risponde con sovrabbondanza”, ha spiegato, sottolineando come questo simbolo rappresenti la risposta di Dio alla mancanza umana: “Quando il Signore dà, dà tanto”, ha detto, invitando i fedeli a confidare nella grazia di Dio per affrontare le difficoltà della vita. Il Pontefice ha chiuso l’Angelus con un richiamo all’unità dei cristiani, in linea con le preghiere di questi giorni dedicate all’ecumenismo: “Non cessiamo di invocare da Dio il dono prezioso della piena comunione tra tutti i discepoli del Signore”, ha detto, invitando i fedeli a pregare per l’unità della Chiesa e a lavorare per la riconciliazione tra le diverse confessioni.
Papa Francesco ha salutato i pellegrini presenti in Piazza San Pietro, inclusi gruppi provenienti da Polonia, Guatemala, Spagna e Regno Unito, ricordando l’importanza di continuare a pregare per la pace nel mondo: “Per favore, non dimenticatevi di pregare per me”, ha concluso il Santo Padre, augurando a tutti una buona domenica e un buon pranzo.

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