TikTok ha smentito come “pura finzione” le voci secondo cui la Cina starebbe considerando la vendita delle sue operazioni statunitensi a Elon Musk. Questa dichiarazione arriva in risposta a un articolo di Bloomberg, il quale suggeriva che funzionari cinesi stessero valutando di cedere le sue attività americane all’uomo più ricco del mondo, qualora la Corte Suprema USA confermasse il divieto sull’app. La decisione della Corte Suprema è attesa entro il 19 gennaio. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato: “Non possiamo commentare su pura finzione”. Secondo Bloomberg, un possibile scenario considera che la piattaforma di social media X di Musk potrebbe rilevare le attività statunitensi di TikTok. Musk è un alleato del presidente eletto Donald Trump, che entrerà alla Casa Bianca il 20 gennaio. Lo scorso mese, il tycoon aveva chiesto alla Corte Suprema di rinviare la decisione fino al suo insediamento, per cercare una “soluzione politica”. Il suo avvocato ha presentato una memoria legale in cui si afferma che Trump “si oppone al divieto di TikTok” e intende affrontare le questioni coinvolte attraverso mezzi politici. Questa richiesta è stata avanzata una settimana dopo un incontro tra il tycoon e il direttore generale di TikTok, Shou Zi Chew, nella tenuta di Mar-a-Lago in Florida. Lunedì, i legislatori democratici Edward Markey e Ro Khanna hanno sollecitato il Congresso e il presidente Joe Biden a estendere la scadenza del 19 gennaio. Durante un’udienza alla Corte Suprema della scorsa settimana, i giudici sembravano inclinati a sostenere la legge e rispettare la scadenza. L’amministrazione Biden ha argomentato che, senza una vendita, TikTok potrebbe essere sfruttato dalla Cina come strumento di spionaggio e manipolazione politica. L’azienda ha negato ripetutamente qualsiasi influenza del Partito Comunista Cinese, sostenendo che il divieto violerebbe il Primo Emendamento sulla libertà di parola degli utenti.