Dopo anni di reazioni negative, la Disney si starebbe ritirando dalle guerre culturali e politiche. L’azienda da miliardi di dollari ha recentemente assunto un ruolo attivo nell’allontanarsi da questioni scottanti, segnalare un possibile cambiamento di priorità. Disney ha confermato la rimozione di una trama transgender dalla prossima serie animata Pixar “Win or Lose”. Ciò contrastava con quello che era stato visto come un focus su diversità e inclusione nei suoi film. Alcuni hanno attribuito a questi aspetti la serie di flop al botteghino e delusioni avvenuta nel 2023. Poiché ha iniziato a riscuotere più successo con film non politici come “Deadpool & Wolverine” e il recente “Oceania 2”, gli esperti ritengono che questo potrebbe essere un cambio di strategia. “La Disney fornisce un prodotto: l’intrattenimento – ha detto al Los Angeles Times Charles Elson, ex direttore del Weinberg Center for Corporate Governance presso l’Università del Delaware – Non dovrebbe riguardare la politica”. Disney sarebbe coinvolte anche dietro il recente accordo tra ABC News e Donald Trump. Il presidente eletto ha fatto causa alla società di notizie, di proprietà della Disney, per diffamazione. Il conduttore George Stephanopoulos aveva ripetutamente affermato in onda che il tycoon era stato ritenuto “responsabile di stupro” mentre in realtà era stato ritenuto responsabile di “abuso sessuale”, che ha una definizione diversa secondo la legge di New York. Nell’accordo raggiunto tra le parti, ABC News ha pagato 15 milioni di dollari a una fondazione presidenziale e a un museo di Trump, oltre a 1 milione di dollari in spese legali. “Quando entri in politica, stai facendo una dichiarazione – ha detto Elson – E quando ne esci, anche questa diventa una dichiarazione. Non vuoi litigare con il capo di un governo che ti regola – ha aggiunto – La politica fa male agli affari”.
