venerdì, 15 Novembre, 2024
Attualità

25 aprile e 1 maggio due date importanti per la nostra storia repubblicana

Sono distanti, tra loro, appena una settimana, ma dotate di una forte energia. Insieme riescono a fondere i due fattori vitali su cui poggia la nostra carta costituzionale: lavoro e libertà. Due elementi di democrazia repubblicana, che la nostra Costituzione indica, non a caso, nel primo articolo, sono stati – temporaneamente – fortemente contratti per necessità emergenziale a beneficio della nostra salute, per la nostra vita.
Un invisibile essere, denominato “CORONAVIRUS” è salito – improvvisamente ed inaspettatamente – in cattedra ed ha dettato le sue regole, facendoci comprimere i nostri diritti di libertà, segregandoci in casa, con astensione dalle normali attività quotidiane esterne, mietendo migliaia di vite umane, negli  ospedali affollati di pazienti contagiati, fra  gli stessi medici ed in particolare tra i nostri cari nonni, patrimonio e fonte di ricchezza per tutti.
Il 25 aprile, anniversario della liberazione, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al contrario degli anni passati – in cui vi era un corteo di Autorità civili e militari, alla presenza di un affollato pubblico di gente comune e di turisti occasionali – si ritrova da solo e con una mascherina di protezione sul viso, a salire, con un passo triste e coraggioso, la scalinata dell’Altare della Patria in Piazza Venezia, nel cuore di Roma, per depositare ai piedi dei caduti, la tradizionale Corona di Alloro.
Tra poche ore scatta la data della ricorrenza della festa dei lavoratori, quei lavoratori che oggi sono costretti per l’epidemia a rimanere chiusi in casa, per il bene comune, per “stato di forza maggiore”, esercitando il “civico buonsenso”.
È una festa che ci proviene da più di un secolo, da oltre Oceano, ma che siamo riusciti, per solidarietà e comuni sentimenti a fare anche nostra.
Venne istituita in Italia nel 1890, sempre festeggiata il primo maggio tranne – è bene ricordarlo – nel lungo ventennale periodo fascista (1924/1944), il 21 di aprile.
Ci mancherà il grande concerto di Piazza San Giovanni a Roma, che accoglieva ogni anno migliaia di giovani e di ex giovani, come pure altre numerose piazze di città di tutta l’Italia.
Un pensiero è doveroso rivolgerlo alle oltre 14 vittime di Portella della Ginestra (PA) che vennero falcidiate a fucilate mentre il 1 maggio ivi in piazza festeggiavano. Non si può, nel contempo, non ricordare tutti coloro che hanno perso la loro vita sui luoghi di lavoro, per raggiungerlo o per farvi ritorno alla propria abitazione, per essere accolti dai familiari.
Tra tutti, per annoverarli, un ricordo particolare va al poliziotto, Pasquale APICELLA, che all’alba del 27 aprile scorso, nell’adempimento del proprio dovere, in un inseguimento di rapinatori, vi perse la vita nel garantire alla collettività sicurezza e legalità.
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