Domenica mattina, i ribelli hanno annunciato di aver conquistato la capitale siriana, Damasco, sconfiggendo le forze governative fedeli al presidente Bashar al-Assad. Ciò segnerebbe un nuovo capitolo nella lunga guerra civile che ha devastato la Siria per 13 anni. “Proclamiamo la città di Damasco libera dal tiranno Bashar al-Assad – ha dichiarato Hassan Abdul-Ghani, comandante del gruppo militante Hayat Tahrir al-Sham (HTS), tramite un messaggio su WhatsApp – Agli sfollati in tutto il mondo, vi aspetta una Siria libera.” La sorte di Assad rimane incerta. Diversi rapporti suggeriscono che abbia lasciato Damasco, mentre Abdul-Ghani sostiene che sia fuggito. Il primo ministro siriano, Ghazi al-Jalali, ha espresso la disponibilità del governo a collaborare con “qualsiasi leadership scelta dal popolo siriano.” Il Comando generale di HTS ha dichiarato di aver liberato i detenuti della prigione di Sednaya. La radio di stato siriana, Sham FM, ha riportato che l’aeroporto internazionale di Damasco è stato evacuato, i dipendenti licenziati e i voli sospesi. Al momento non è chiaro chi gestisca l’emittente statale. Il presidente Joe Biden sta seguendo da vicino gli eventi in Siria ed è “in costante contatto con i partner regionali. In un post sulla piattaforma Truth Social, Donald Trump ha affermato che gli USA non dovrebbero “avere nulla a che fare” con la situazione in Siria. “Non è una nostra battaglia – ha postato – Lasciamo che si sviluppi.” Gli Stati Uniti, che mantengono circa 900 soldati nel nord della Siria, stanno monitorando attentamente gli sviluppi. HTS, nata dall’ex affiliata di Al Qaeda, Jabhat al-Nusra, è considerata un’organizzazione terroristica sia dagli USA che dalle Nazioni Unite. I suoi recenti successi sul campo di battaglia sono il risultato di anni di sforzi per trasformare le forze ribelli in una potenza capace di sfidare l’esercito di Assad, fornendo droni e altre armi avanzate.