Il partito del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha annunciato, giovedì, la sua intenzione di opporsi ai tentativi di impeachment riguardanti il suo tentativo fallito di dichiarare la legge marziale. Il presidente h accettato le dimissioni del ministro della Difesa, Kim Yong-hyun, uno dei personaggi centrali nel breve periodo di legge marziale iniziato martedì sera e concluso mercoledì mattina. Choi Byung-hyuk, generale a quattro stelle in pensione e attuale ambasciatore in Arabia Saudita, è stato nominato successore di Kim. Chung Jin-seok, capo di stato maggiore di Yoon, ha descritto Choi come un “membro fidato dell’esercito e uomo di principi”. Kim si è assunto la responsabilità del fallimento ma non ha chiarito se fosse stata o meno una sua iniziativa. L’Ufficio nazionale investigativo gli ha imposto un divieto di espatrio. L’ufficio di Yoon, riferendo che anche il suo capo di gabinetto e tutti i segretari presidenziali hanno rassegnato le dimissioni, ha difeso la sua decisione di dichiarare la legge marziale, sostenendo fosse necessaria di fronte allo stallo politico. Il partito di opposizione, il Democratic Party, ha annunciato che voterà la mozione di impeachment sabato sera. Non è chiaro se i membri del People Power Party di Yoon parteciperanno al voto. Mercoledì, 191 legislatori di sei partiti di opposizione hanno presentato articoli di impeachment, ma servirà una maggioranza di due terzi per approvare la mozione. Il blocco di opposizione detiene 192 seggi, poco meno dei 300 totali, il che rende critica la posizione dei legislatori del PPP. Se la mozione venisse approvata, la Corte costituzionale avvierà un processo per confermare l’impeachment, con una decisione entro 180 giorni. Fino ad allora, il primo ministro Han Duck-soo assumerà temporaneamente i poteri presidenziali.