giovedì, 5 Dicembre, 2024
Economia

Pil italiano al rallentatore: crescita stimata al +0,5% nel 2024, inflazione al 2%

L’Ocse riduce le previsioni economiche

Le previsioni economiche per l’Italia continuano a registrare segni di rallentamento. L’Ocse, ossia l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nel suo ultimo EconomicOutlook presentato ieri, ha ulteriormente ridimensionato le stime di crescita del Pil italiano per il 2024, portandole dallo 0,8% stimato a settembre al +0,5%. Una tendenza che prosegue anche nel 2025, con una crescita prevista dello 0,9% (giù dall’1,1% delle precedenti stime) e all’1,2% nel 2026. L’Italia si colloca così al di sotto delle medie europee e delle previsioni della Commissione Ue, confermando un quadro economico in rallentamento. Le difficoltà economiche non riguardano solo l’Italia, ma anche altre grandi economie dell’Eurozona. La Germania, a esempio, non dovrebbe registrare alcuna crescita nel 2024, mentre la Francia si ferma a un modesto +0,9%. Il contesto europeo risente di tensioni geopolitiche, conflitti e dazi sull’import che continuano a pesare sulle prospettive di ripresa.

A livello globale, però, si prevede un leggero miglioramento, con la crescita mondiale che dovrebbe toccare il 3,3% nel 2025, trainata dagli Stati Uniti, il cui Pil è previsto in aumento del 2,4%. Nonostante questo, i rischi al ribasso rimangono significativi, alimentati dall’instabilità internazionale e dall’inflazione.

Inflazione

L’inflazione resta un tema centrale. Per l’area Ocse è previsto un aumento del +5,4% nel 2024, con una riduzione al 3,8% nel 2025 e al 3% nel 2026. In Italia, invece, i prezzi al consumo saliranno di circa il 2% nel 2024, confermando una pressione costante sul potere d’acquisto delle famiglie. Per l’Italia, la chiave per affrontare le sfide economiche future risiede nell’attuazione puntuale delle riforme strutturali e del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Secondo l’Organizzazione internazionale di studi economici per i Paesi membri, queste misure saranno fondamentali per sostenere la crescita economica e garantire la sostenibilità dei conti pubblici, soprattutto in un contesto in cui le spese pensionistiche continuano a crescere.

Un altro tema cruciale riguarda il mercato del lavoro. L’Ocse sottolinea l’urgenza di colmare le carenze di forza lavoro in un paese segnato dall’invecchiamento della popolazione. Tra le proposte figurano il miglioramento dei servizi pubblici per l’infanzia, l’ampliamento dell’istruzione terziaria tecnica e il potenziamento degli apprendistati. L’organizzazione parigina evidenzia inoltre l’importanza di incentivare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso politiche mirate e il rafforzamento delle infrastrutture sociali.

Bilancio 2025

La legge di Bilancio per il 2025 prevede un passaggio dalla neutralità fiscale del 2024 a una moderata restrizione nel biennio successivo, in linea con il piano strutturale di medio termine del governo. La graduale eliminazione delle misure di sostegno energetico, pari a un inasprimento fiscale di circa l’1% del Pil, sarà compensata da interventi quali il taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi e la fusione delle prime due aliquote fiscali.

Ma l’Ocse avverte che queste misure positive non saranno sufficienti senza interventi strutturali più incisivi. Tra le proposte figurano la revisione della spesa pubblica, l’aumento delle imposte sulla proprietà (attraverso l’aggiornamento del catasto ai valori di mercato), il contrasto all’evasione fiscale e un freno alla crescita della spesa pensionistica.

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